Fatacarabina

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martedì 20 agosto 2013

Piccolo esercizio per guarire dalla lamentosi

Ok piove, è estate e come è normale, ogni tanto piove. La temperatura cala, grazie all'azione benefica del vento. C'è un bel temporale estivo.
Ecco tutti gli ingredienti per sfangare la giornata, si è trovato il tema giusto per scrivere qualcosa anche quando non si ha nulla da scrivere. Il maltempo. Oh maledetto, oh cattivo, ho freddo, oh me tapino/a che vedo rovinata la mia ennesima giornata estiva in cui avrei fatto comunque poco, ma vuoi mettere la malinconia della pioggia...

Guarire si  può.
Dalla lamentosi intendo, dalla vita triste ci vuole maggiore impegno.
Ecco un piccolo esercizio contro la lamentosi:

Prendete una sedia, mettetela in giardino o scendete in strada, in maglietta e pantaloni, come siete, con le ciabattine infradito e zitti zitti, prendetevela tutta la pioggia.
State lì fermi a sentire le gocce di pioggia che vi cadono sui capelli, sul viso, sulle braccia, sul naso, sul collo. Non state a pensare che vi state prendendo la pioggia, pensate invece ad altro.
All'ultima volta che avete goduto, alla faccia sorridente che avete fatto davanti ad una coppa di gelato, al film che vi ha fatto ridere tanto.
Poi passate a godervi la pioggia.
Vi assicuro che dopo qualche minuto sarete sorridenti, accomodati a prendere la pioggia, con i suoi cambi di ritmo, i colpi di vento, la carezza gentile della goccia che cade e che mai è maleducata e violenta.
Non fatevi prendere dal timore del raffreddore, se arriva amen (non morirete).
Non preoccupatevi di essere soli in strada o in giardino sotto la pioggia e di passar per strani se qualcuno dalla finestra nota un figuro che la pioggia se la sta pigliando tutta, sorridendo.
Non siete migliori, no.
Siete semplicemente a vostro agio.
Lasciate che la pioggia diventi parte di voi, vi accarezzi anche là dove nessuno ha osato, intendo il ginocchio che è una vita che vorreste farlo baciare a qualcuno e non osate chiedere. Perché non sta bene.
Ecco,  scacciate il  non sta bene. Se sta bene a voi, sta bene. Punto.
Il mondo non è lì alla finestra per giudicarvi, è alla finestra chiusa a veder scendere la pioggia e pensa ai cacchi suoi.
Lui non trova altro gioco che il lamento, voi no.
Voi pensate agli affari vostri sotto la pioggia, liberi di stare in silenzio o di cantare, se ne avete voglia; di ridere; di bagnare i vostri vestiti, tanto poi ci pensa la lavatrice a fare il lavoro sporco; liberi di bagnare voi stessi e di domandarvi quand'è stata quella volta che avete dimenticato che bagnarsi è bello.

Ciao

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