Fatacarabina

Fatacarabina

sabato 28 aprile 2012

Boh

Adesso c'è solo silenzio. 
Eppure io volevo urlare, e non era paura. 
Quando una marmellata ha voglia di urlare davanti ad un uomo non è mai di paura. 
E' semmai un ringraziamento. 
Ma si sta in silenzio. 


Capitani coraggiosi

Ci si vergogna, credo, di essersi mostrati così tesi verso il futuro come capitani coraggiosi che pensavano di governar velieri e invece stavano su catini di latta in mezzo al mare.
E pensavano di cavalcare onde e invece erano solo centrifugati.
Non ci si vergogna mai, però, credo io,  di quella sensazione fantastica che solo un capitano coraggioso prova: quella di tentare l'impresa.

venerdì 27 aprile 2012

Il filo

Prima ero fuori che fumavo, sul marciapiede, tenevo gli occhi sul marciapiede. E' un pezzetto che lo guardo quel marciapiede, ha i ciottoli di porfido che in un punto sono rotti e se ci metti il piede, rischi che ti fai male. Ero lì che fumavo e guardavo il marciapiede e ho visto una ombra. Ombra del filo dell'elettricità alle mie spalle, sopra la mia testa. Sull'ombra del filo si è posato un uccello, un colombo probabilmente. L'ho visto, insomma, ne ho visto l'ombra.
Allora mi sono girata per vedere davvero il filo e l'uccello appollaiato. E c'era il filo ma non c'era l'uccello.
Mi sono rivoltata di nuovo a guardare il marciapiede con i suoi cubetti di porfido rotti e ho pensato che io sono così: vedo cose, poi mi giro e non ci sono.

giovedì 26 aprile 2012

Info

Qui, su Blonk mi sono divertita ad intervistare Adamo Lanna, l'autore delle "Cronache di Parmia".
Sempre sul sito  di quei fuori di Blonk  per ogni libro, compreso il mio, anche per la traduzione in spagnolo, puoi leggere il primo capitolo a gratis.

mercoledì 25 aprile 2012

Non cancellare

Oggi è il 25 aprile, la festa della Liberazione.
Il giorno del ricordo di tutti quegli uomini e donne che sono morti per difendere la democrazia e la libertà in questo paese strano che è l'Italia. Un paese che tende a praticare più che la conoscenza della propria storia, la dimenticanza che pare sempre assomigliare ad un atto di cancellazione.
Ora dicono che quelli della Repubblica di Salò van equiparati ai Partigiani. E' anche quello un tentativo di cancellazione, delle differenze. Tutti uguali, tutti reduci.
No, non è così. C'era chi aveva ragione e chi torto, appoggiando il Nazifascismo.
Oggi c'è chi va in giro con le svastiche e c'è chi li guarda come se quello che portano addosso fosse solo  un marchio qualsiasi sulla maglietta. Un logo. No, non è così.
Quelli che portavano quelle svastiche, gli invasori, seguivano un progetto, una grande nazione che cancellava le differenze. Se eri ebreo, disabile, zingaro, dissidente, comunista venivi semplicemente cancellato.  Quello è stato il Nazifascismo, un grande progetto di cancellazione.
Il cancellare  è una azione potente e subdola.  L'hanno praticata anche in Argentina e in Cile, ricordate?
Ma torniamo a noi.
Risentitevi le parole dell'associazione delle vittime di piazza della Loggia. Anche lì sono andati a cancellare le prove, subito dopo che avevano tirato le bombe, per invalidare un processo e concluderlo decenni dopo  con una insufficienza di prove. E le bombe sono diventate innocenti.
E tutti a casa, e tutto a posto. No, non lo è.
Finché ci sarà chi ricorda, chi ogni giorno mette in pratica quei valori che sono dentro la Liberazione, sì quelli che ci dicono che non esistono più, che sono superati, finché ci sarà chi si impegna per vivere in pace nelle differenze, e non per annullare le differenze, che sono sempre quelle degli altri, ci sarà ricordo.
E quello si porta dietro conoscenza, è l'anticamera della  democrazia e della libertà.

Quindi buon  25 aprile


lunedì 23 aprile 2012

La gentilezza

Ieri su Friendfeed mi sono trovata un messaggio privato.
Era di una persona che conosco solo di nick, che non ho mai conosciuto di persona e con cui, diciamo, non è che ho un dialogo frequente da social network.
Aveva solo voglia di salutarmi e scambiare due chiacchiere.
Ma sono state due chiacchiere che a rileggerle, dentro ci trovi tutto l'essenziale di quello che si dice dialogare. Un piccolo confronto, fatto di gentilezza dei modi e delle parole usate, che ho dovuto scriverne qui. Perché si tratta di modi rari.
E quindi grazie.
(Lei sa)

domenica 22 aprile 2012

Adesso scrivo a Terry

Ma sì, si spiega solo così: ho avuto le allucinazioni, così perfette che mi sembrava vero. Tutto.
Adesso scrivo a Terry Gilliam e gliele regalo, magari lui ci si diverte e poi fa divertire anche me.

sabato 21 aprile 2012

Non capire

Temo sia un problema mio, questo.
Quel disagio che provo quando non capisco le cose che mi capitano.
Quando mi trovo davanti ad una situazione che non capisco, sento l'urgenza del capire.
Sento il fastidio della mia condizione e sento il fastidio che arreco agli altri.
E allora mi dico che forse a non capire si vive meglio.
Ma io non sono capace.

venerdì 20 aprile 2012

Cose che so

Ho deciso che parlo solo di quello che so e allora oggi vi parlo della trasparenza. E' una sensazione che tanti sentono, di cui ci si vergogna molto, e lo capisco perché quando si è trasparenti si vede tutto, metti che hai un fegato orribile o un colon bizzoso, ecco quelli si vedono. Si vede anche se non sei sereno, quando sei trasparente, che giri in giacca e maglioncino e pensi di coprire e invece si vede che hai una tempesta dentro al petto, e senti gli spifferi, e anche se stringi le braccia per tenere tutto dentro, ti pare che un colpo di vento ti scappi sempre via e forse, a volte, quando la senti forte la trasparenza, la vergogna ti fa stare peggio per quel colpo di vento scappato che per una puzzetta sul bus delle otto, in mezzo a tutta quella gente che guarda davanti, verso un indistinto punto oltre il finestrino, e te speri che non girino mai l'occhio per capire da dove arriva quel colpo di vento che sei te che ce l'hai dentro e sarebbe un casino da spiegare.
La trasparenza ti prende anche quando vuoi del bene e ti senti molto solo nel provare quel sentimento, ma quella è una delle cose di cui io non so, e quindi non ne parlo.
La trasparenza all'inizio potrebbe sembrare impotenza, incapacità, chi la prova però potrà dirvi che impotente non si sente no, perché con tutta la voglia di fare e mostrare che ha potrebbe spaccare muri con un sorriso solo; invece ci si sente nullapotenti, piuttosto, perché i trasparenti faticano quando non hanno sorrisi e parole che gli spianino la strada a mostrare le loro potenzialità.
Loro lo sanno che a volte partono di quei colpi di vento da dentro che si sposta l'asse terrestre ma siccome sono cose di cui molti si vergognano a parlare, se le tengono per loro .

giovedì 19 aprile 2012

La sera

Quando arriva la sera arriva quella sottile malinconia dei momenti belli, di quando hai baciato e ti sembrava di non aver mai avuto così tanta fame, di quando hai guardato e ti chiedevi dove erano gli occhiali da sole, che tutta 'sta luce da dove arriva?
Quando arriva la sera arriva anche quella sottile malinconia che ti ricorda di quando sei stato davvero felice e di quanto poi hai chiesto ancora.
Per cortesia. Ancora.


Niente sogni

Stanotte non ho sognato niente, non volevo, volevo solo dormire davvero. Senza un pensiero che fosse uno a girarmi libero per il cervello.
Ogni sogno che arrivava lo scacciavo con la mano, il povero Arturo ha fatto le evoluzioni per schivare la manate, alla fine però abbiamo dormito.
Stamattina c'era la tigre che mi leccava il naso, che ieri l'ho sbattuto forte, e dolorava. E' stata carina.

mercoledì 18 aprile 2012

E chi vuol essere lieto, lo sia

E' uscita la traduzione in spagnolo di "Ottanta lettere".
qui a casa Blonk tutte le informazioni.
E i libri ora sono anche sullo store di Itunes

Chiedetemi se sono contenta :)

domenica 15 aprile 2012

Quanti e cappe longhe saltate

Ieri sera è stato un sabato strano, direi.
Prima mi sono resa conto che i miei desideri sono ritenute esagerazioni, evabbè, capita.
Poi sono uscita a cena con due persone, una mi è amica da molti anni, e mi hanno detto una cosa molto bella. Una sorpresa, mi hanno fatto.
Io quando me lo hanno detto ho riso molto, contenta.
Che si parlava un attimo prima della crisi che mette in forse anche i sentimenti, ed è la cosa peggiore, e un attimo dopo si brindava perché i sentimenti hanno vinto, per una volta. Per loro.
E poi mentre si mangiava cozze, vongole e cappe longhe saltate, è arrivato il padrone del ristorante, che era vuoto e noi eravamo gli unici clienti, che c'è crisi per mangiare, ma non per bere montagne di spritz fatto male, nel baretto due vetrine più in là, e si è messo  a parlare e dici una cosa e dici l'altra, viene fuori che abbiamo visto lo stesso documentario sulla fisica quantistica, ma io ci ho capito poco che già in fisica andavo malissimo, e lui invece ha capito tanto, diceva, e ci ha raccontato del collasso della funzione d'onda che in pratica era un esperimento fatto con la luce che ha dimostrato che noi vediamo una cosa quando prestiamo attenzione, diciamo il tempo di un battito di ciglia, e invece in realtà la luce quando noi non stiamo attenti fa tutto quello che vuole. E lascia i segni che vuole, dove vuole. Insomma, ci diceva lui la realtà è solo quello che vediamo per noi, ma in realtà è tanto di più.
Poi ci siamo rimessi a mangiare il risotto bruscandoli e gamberi, che era proprio buono.
Al collasso della funzione d'onda ci ho ripensato anche dopo. Forse è vero.
Forse è per quello che i sentimenti, se presti attenzione magari li ritieni esagerati, e  così li smorzi e invece quando non stai lì ad osservarli, loro fanno tutti i giri che vogliono. Fanno quello che vogliono, alimentano i desideri che pensavi di non avere.
Ripeto è stato una serata strana.
Comunque, il Lugana, collasso o no, ci stava proprio bene con le cappe longhe.

sabato 14 aprile 2012

Cose che ho imparato negli ultimi mesi

1) Che ho quindici anni
2) Che sono illuminata (nel senso di lampadina)
3) Che ho ancora il senso della vergogna
4) Che ho voglia di saltare i fossi per lungo ma con la spalla malmessa non ce la fo
5) Che quindi è meglio se rotolo

Madeleine

Ha resistito al freddo, all'acqua,  è rimasto acquattato sotto la terra.
Prima mi ha illuso con una foglia senza stelo, poi se ne è uscito in tutta la sua solitaria avvenenza.
Signori, il tulipano bianco di Borgo San Dalmazzo.
Odora ancora di risate, Malteco, pane e bagnet verde.
Fantastico :)

giovedì 12 aprile 2012

Prese di posizione

Uh è primavera, a me vengono in mente solo certe prese, poi mi sento stupida, che a far le prese da soli ci si sente stupidini e si ride, e mi dico che sono noiosa, mi metto in castigo nell'angolo, ci sto poco, poi per fortuna rido, che ci sono gli amici, checoluichevoiamateconfedeeiono li abbia in gloria, amen, che è un definitivo sì, l'amen.
E se io sbotto con me e mi dico Ostia! poi mi dico anche che con me ci devo avere pazienza, che certe cose mica ti capitano otto milioni di volte nella vita, ti capita una,  se hai culo due, tre sei già da mandare a Quark ( lo fanno ancora? Quark di Piero Angelo che a me sta simpatico perché lui quando si descrive dice che è uno che suona il jazz), ed anche io di me vorrei che Angela nella puntata dicesse che sono jazz, che ho le palle, che prendo la vita e la rivolto come dico io e prendo il treno e glielo faccio vedere, e poi no,
io, come tanti, non faccio un benemerito cacchio e resto qua con gli ossi indolenziti, e mi viene solo quell'amen assieme ad altre cose che posso dire solo in presenza del Mistro e di Batchiara (non metto i link che tutti sanno chi sono quei due) e insomma mi viene fuori solo un amen. Sì. Definitivo. Vado. Portiamo pazienza, io con me, me con me.

martedì 10 aprile 2012

Di pasticci e creazioni

L'amico Thunalab, il papà dell'Amalia Muniega disegnata, è uno che ne sa. E quando io ho detto che avevo cominciato a fare il pane in casa, con la pasta madre che mi ha regalato il mio amico Luca, lui ha commentato su Friendfeed, me lo ricordo bene, che "fare il pane è un atto di creazione".
Io ho sorriso, gli ho dato ragione, quella che si conviene alle persone che parlano con la saggezza, ma oggi devo dire che il Thuna ha proprio detto giusto quella volta. Fare il pane è proprio creare. E se sei bravino e ti impegni e segui la ricetta e ci metti la fatica dell'impastare rigorosamente a mano, e hai voglia di imparare sbagliando, insomma, poi alla fine guardando le forme che in forno, con il calore, si gonfiano e si indorano, insomma, cavoli, ti senti proprio capace di creare.
E il pane che fai ti viene da regalarlo e ne fai di più del dovuto e lo regali.
Se fai il pane  a casa dopo che hai avuto una giornata faticosa e incasinata, dove qualche errorino ovviamente l'hai fatto, perché sai che la perfezione non ti è confacente come condizione, e a volte hai bisogni che ti portano a disturbare il prossimo e dopo ti daresti in testa perché sei debole e senti  le cose difficili, che non ti vengono bene ultimamente, insomma, ecco ti metti ad impastare, magari  anche lì sbagli, ma hai le mani sporche di pasta e di acqua e ti viene da ridere, e insomma, va ben.
Ti scappa un sorriso a creare. anche se sei impiastricciato da testa a piedi.

lunedì 9 aprile 2012

Freschin

Stanotte in sogno è venuta a trovarmi mia nonna, la moglie del Saetta, quella che conosco solo da una bella foto in bianco e nero in cui è lì che cura il pesce e sorride. E' venuta a trovarmi e aveva quella faccia lì, della foto, l'unica che conosco. Sorridente, con le mani grandi, ho notato che abbiamo gli ossi simili, io e lei. Si è seduta in cucina, si è guardata attorno, mi ha chiesto se c'era del pesce da curare. Io ho aperto il frigo e ho preso un piatto, pieno di cefali (non so come erano finiti lì ma è un sogno e quindi è possibile che sia andata in pescheria senza saperlo) e si è messa a pulirli e intanto si parlava. Lei parlava del nonno, come se dovesse arrivare da un momento all'altro, poi mi ha chiesto se ero innamorata, e io le ho risposto di sì. Poi lei mi ha chiesto se lui arrivava, che lo voleva salutare, e io le ho detto di no.
E allora mi ha fatto una carezza con la mano sporca di pesce.
Poi ho dormito bene, benissimo direi, non ricordo nulla,  ma stamattina sentivo puzza di freschin in giro per tutta la casa, ma giuro, di pesce in frigo non ce n'è.

sabato 7 aprile 2012

Ultimamente

Ultimamente parlo spesso da sola.
Non mi scompongo, l'ho sempre fatto il parlarmi, solo che ultimamente lo faccio di più. Mi dico parole dolci, a volte mi dico parole dure, mi guardo allo specchio e mi faccio di quei discorsi che sono dialoghi con me.
E' un pochino come faccio con le mie piante, che ci parlo per farle crescere sane.
Non lo so, ora, se sto crescendo sana, io.
So che mi parlo tanto, mi dico cose sottovoce, mi tiro schiaffi o pacche sulle spalle, alla bisogna.
Non che non parli anche con gli altri, io è difficile che non dico quello che sento, ma ci sono dialoghi diversi, diaframmatici, che posso fare solo con me.
E non si chiama solitudine, ma prendersi cura di noi stessi e dei sentimenti che proviamo, che a volte meritano scudisciate, altre volte carezze leggere.
Parlandomi sto imparando un pochino a sopportarmi, a dirmi "ti perdono", come facevo da piccola quando finivo in castigo.
Fossi meno testarda, meno convinta che quello che sento esiste ed è vitale, per me,  forse potrei anche invitarmi fuori a cena.

venerdì 6 aprile 2012

Il peso specifico

Ci sono due fatti che mi hanno colpito oggi. Le oltre 11  mila e cinquecento sedie rosse vuote  di Sarajevo e i 300 e oltre nomi scanditi la scorsa notte a L'Aquila tre anni dopo il terremoto. Mi ha colpito il peso delle assenze, leggerissime, di chi è morto in una guerra forse mai sua e di chi si è ritrovato sotto le macerie di un terremoto che si è portato dietro miseria, dolore, incapacità misti alle scandalose risate di chi anche davanti alla morte riesce a vederci un guadagno. Su quelle oltre undicimila sedie vuote, in quella litania degli oltre 300 nomi, scanditi, uno ad uno, c'è il peso della vita. Al di là della fede che si esercita, chi se ne va resta sempre. Anche col peso di una piuma.

Sì, sognare

Un segnale
Un abbraccio
Un bacio lungo
Un sorriso
Un occhiolino di intesa
Un sms con scritto "Arrivo"


Avrei

Avrei un sacco di cose da dire ma non le dico

martedì 3 aprile 2012

Roar

Cara amica mia, adesso ti spiego una cosa. Hai mai sentito parlare della tigrite? No?
Io ne ho parlato perché l'ho vista, quindi esiste.
Ecco la tigrite è quel momento, raro e per questo bellissimo, nella vita di una donna in cui la sua femminilità assume le sembianze della tigre. La femminilità se sei donna (e con questo presuppongo che ci siamo intese)  e vivi il tuo essere in modo spensierato, senza farti troppe fisime su come dovresti essere per essere perfetta, che è una balla madornale, ha tanti volti.
Cambia con l'età, migliora, peggiora, si frena, si espande, si trattiene, si molla. E' così, ci sono fasi diverse e non sono prevedibili, perché è impossibile. Ma quando arriva il momento della tigre è un momento importante, che la tigre ti diventa compagna del letto, del bagno, della cucina, delle passeggiate in centro, delle cene con gli amici. La tigre ti è dentro ma è come se ti fosse a fianco, ti fortifica, ti mortifica, ti espande tutta. Ti pone davanti all'evidenza della potenza. Ma è furtiva e furba e non si fa vedere da tutti. Anzi la maggioranza, disattenta, a cui manca l'indole giusta, farà finta di niente.
Non preoccuparti.
Quelli che sono bravi a banalizzare tutto dicono che è colpa degli ormoni.  La tigre ride sotto i baffi.

lunedì 2 aprile 2012

Dimensioni

Di me i miei amici dicono spesso che sono una roccia, alta, grande.
Se ci ripenso rido, adesso.
Mi sa che devo avere un qualche problema con le proporzioni e la dimensionalità, specie in questi giorni che mi sento piccola. Della dimensione di una coccinella.
E il bello è che di questa misura micron  oggi me ne vanto pure.

domenica 1 aprile 2012

Il silenzio

Di fronte al silenzio provare a parlare serve davvero a poco.

Se è un silenzio quieto, viene naturale ascoltarlo, stare lì a goderselo.
Se è un silenzio pieno di dubbi ti viene naturale fare domande, è davvero difficile non farsele, le domande. Cercare risposte  è ancora più difficile ma non tentare sarebbe da stolti.
Se è un silenzio convinto, fatto di bisogno di non essere, di non sentire, anche fare domande diventa azione inutile.Perché ci sono silenzi che sono come i mattoni forati, che se ci passa il vento, fanno musica.
E ci sono silenzi che sono invece torri di pietra, durissima. Impossibili da scalare per vedere cosa nascondono. E ti accontenti di guardarle da lontano, con un misto di impotenza, ignoranza e dubbio.
E ti viene da chiedere scusa per aver tentato di salire.
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