Fatacarabina

Fatacarabina

mercoledì 30 settembre 2009

Romantisalso

Ho visto la laguna nei tuoi occhi.
Ho visto il movimento della marea.
Ho visto l'onda infrangersi su di me
e io adesso profumo di salso.
Ho preso un fiorellino di barena, viola,
e lo tengo tra le labbra mentre tu ridi.
E non può esserci suono migliore
in questa laguna che odora di salso
che è il nostro letto, ora.


(ok, ok, vado davanti al plotone)

Tralice

Lui, che qui non passa mai, ma passo io da lui a legger tutte le mattine, conosce l'arte dello sguardo in tralice.
Ieri ho capito perfettamente cosa significa guardare in tralice. L'ho scoperto guardando i volti di decine di persone, ieri pomeriggio, voltati verso di me. C'era la messa, io ero fuori dalla chiesa che dovevo parlare con una persona. Lui è entrato in chiesa, io l'ho seguito, che, capite, io ci dovevo parlare e gli stavo vicino nella ressa, e ho proseguito imperterrita a parlare. Poi mi sono trovata col piede sullo scalino verso l'artare, tra i chierichetti con i ceri più alti di me, e decine di sacerdoti davanti. E in mezzo, uno di loro con un lungo cappello, in testa.
Mi sono girata per cercare un punto di fuga, e c'era tutta quella gente che mi guardava in tralice. E sono stata zitta.

martedì 29 settembre 2009

Palloni

Dice mia madre che tenere in casa, sulla libreria, in bella vista, due palloni da basket, di cui uno di pelle, vissuto, non è roba da signore. Dice, lei.

lunedì 28 settembre 2009

Sport nazionale

Oggi in città c'è l'ampolla dell'Udi che tocca da mesi le città italiane per dire no alla violenza sulle donne. Ogni anno nella mia città, mediamente, 300 donne si rivolgono al centro antiviolenza per denunciare botte e percosse e violenze psicologiche subite dagli uomini. Sono solo la punta dell'iceberg, dicono gli esperti, perché molte donne e ragazze, italiane e straniere, continuano a subire in silenzio. Per paura.
Ieri nella mia città una donna è stata ammazzata a colpi di pistola dall'ex marito che non voleva esser lasciato. Lui poi si è suicidato.
Oh come siamo fortunate, noi che viviamo serene e senza paure, vero? Leggi sul giornale di queste tragedie e ti consoli: Io sono una donna libera, indipendente, non mi farò far del male da nessuno.
Siamo sicure?
Me lo chiedo perché basta parlare un pochino in giro, con la gente e nei SN, e ti accorgi, che no, mica va tutto bene. Avevo già scritto mesi fa di questo documentario, di come il nostro modo di vedere il corpo femminile sia stato modificato da una immagine di donna, che passa soprattutto attraverso la tv, che è completamente diversa dalla realtà. Mi è tornato in mente quel video, ieri, perché mi sto convincendo che anche questa è una forma di violenza, subdola, contro le donne.
Quando ho sentito apostrofare in un SN le figlie di Zapatero, nella foto con Obama ( non la linko, ve la cercate da soli) come "esteticamente svantaggiate", ho capito che il danno è fatto.
Parlare di quanto è bella o è brutta una donna è diventato una sorta di sport nazionale per gli italiani.
E persino due ragazzine adolescenti, che vestono con abiti neri sformati (mai stati dark?), con gli anfibi, come piace a loro, che fanno le facce buffe, che sono simili a tante che vedo in giro per la mia città, mescolate a bellezze che si atteggiano a donne vissute, con abiti copiati dalle riviste di moda, soprattutto nelle taglie mini, diventano oggetto di commenti senza appello. "Sono di una bruttezza demoniaca" o "Sono esteticamente svantaggiate". Qualcuno e qualcuna si incazzano, piccola consolazione.
Sento spessissimo discutere uomini e pure donne della necessità di un ritocco estetico, per questa o quella signora, che si vede in tv o che comunque è un personaggio pubblico. E gli stessi commenti finiscono con il riguardare amiche, conoscenti, vicine di casa, colleghe di lavoro. La bellezza, la perfezione dei corpi e dei volti, sono oggi una questione di stato. Nel senso che ne parlano tutti, nel senso che da quello si giudica spesso il valore di una donna.
E si finisce tutte davanti allo specchio e guardar le occhiaie e la cellulite sui fianchi, a pesarci con la mannaia, a flagellarci perché imperfette.
Io stamattina sono stata salutata dalla mia cellulite, ho la pancia gonfia e ho una borsa sotto l'occhio che dentro ci potrei mettere il minipc. Contenti?

Ecco, l'Italia sarà un paese migliore, anche quando lasceremo in pace il corpo delle donne.

ps:Non ci metto di mezzo pure la politica, perché certi paragoni sarebbero fin troppo facili.

sabato 26 settembre 2009

Ognuno ha le sue

Sabato non ci vado a Riva del Garda, alla Blogfest.
Non lo faccio per darmi un tono, atteggiarmi o far quella che non c'è.
Non ci vado perché sabato e domenica devo lavorare.
Non credo che la cosa porti ad un qualsiasi fenomeno implosivo nello spazio che mi circonda, quindi ho il cuore assolutamente pacifico.
Avrei potuto prendere ferie. Eh no, perché le mie ultime ferie le ho usate per andar a trovare un caro amico e passar due giorni con lui e bellissime persone.
Potevo prendermi riposo, allora. Eh no, perché il riposo mi serve per fare una cosa bellissima.
E allora? Allora, niente. E' solo questione di priorità.

venerdì 25 settembre 2009

La volta che la Marisa cadde di culo

su
Le storie di Mitia

Si parla di mirtilli in questo post

Io quando ho voglia non capisco più niente, quando ho voglia penso solo alla voglia che ho, con il risultato che quella aumenta e io entro in crisi d'astinenza. E allora faccio finta di niente, ma la mia voglia mi viene a bussare sulla spalla, mi guarda diritta in faccia, e mi dice: "Hey, stronzetta. Guarda che ci sono, eh, e non puoi mica far finta che non ci sono, sarebbe un falso materiale il tuo".
E se vado in giro con gli amici, stai certo che ce n'è uno che mi guarda diritto in faccia e mi dice: "Toh, c'hai la faccia di una che c'ha proprio voglia".

giovedì 24 settembre 2009

Un tastino

Macchianera Blog Awards 2009: Nomination

Questo tastino serve per votare ai Macchianera blog Awards. Grazie ad amici veri, mi ritrovo nominata con Le storie di Mitia come miglior blog letterario e con Collettivovoci come miglior blog collettivo.

Sono decisamente contenta per il collettivovoci, lo dico senza timori, perché non sapete manco quanta soddisfazione ho io, che amo le voci, nel sentire tutti quelli che perdono un attimo del loro tempo per leggere brani di altri blogger e farli ascoltare a chi vuole sentire. E in questo spirito di condivisione, la blogosfera risulta quasi un posto dove stare bene.

Quando ho letto i nomi degli altri nominati per il blog letterario (Chinasky, Azael, e mammasanta ZioBonino e ussignur la Catriona di Secondopiano) mi sono sentita invece piccola come una formichina con le guance paonazze. Non lo dico per atteggiarmi, chi mi conosce sa come sono.
In questo momento non sto gioendo ma mi sto chiedendo piuttosto cosa fare per scrivere, fin quando avrò voglia di farlo, come vorrei davvero scrivere.

Tutto questo post, per dire: Grazie, comunque vada sarà un successo.

Anticoncezionale

Ho sognato che facevo l'amore, l'ho fatto tutta la notte.
E' stato bellissimo.
Poi al risveglio ho visto tre gattini in giro per la stanza, e ci ho dato dentro di aspirapolvere.

martedì 22 settembre 2009

Lui dice...

Lui dice che ha sette anni, per me è più vecchio.
Lui ha un caratteraccio.
Lui dice che sono una rompiscatole.
Lui è mio amico...
E quindi andate a fargli gli auguri, che se li merita tutti.

Parlo di Mister Sba
E se non lo fate, scagotto vi colga!

Io non so dir bugie

Non so se la signora ha pensato che io avevo la faccia giusta...Non penso di aver la faccia, io, che dice quello... Comunque a pausa pranzo, al bar, eravamo, non so perché, tutte donne, sedute ai tavolini. E io a fianco avevo due amiche cinquantenni che parlavano. E io mangiavo il mio tramezzino con il "Bassotuba non c'è" aperto davanti, ma siccome sono curiosa come un procione affamato, ero con l'orecchio a mò di sonar a sentire.
E le due parlavano di sesso e la cosa insomma per me era un vero divertimento. E una diceva all'altra che con il marito non c'era più niente e lei da un pezzo aveva l'amante. E l'altra le diceva che la invidiava, visto che il suo Bepi a letto era assolutamente noioso. Ma di farsi l'amante non aveva coraggio, che era vecchia oramai.
E ad un certo punto è sbottata ed ha alzato la voce e l'ho sentita dire che lei un orgasmo non lo aveva dalle calende greche. Che non sapeva manco cosa fosse un orgasmo.
E io mentre fissavo le pagine davanti a me, non pensavo più al Learco , ma alla signora elegante sbottata così di colpo, come una pentola a pressione, e ho sorriso. E lei, forse cercava conforto all'aver parlato ad alta voce e ha visto la mia faccia, forse ha pensato che io da sola al tavolo con un libro davanti, potevo capire, o che io ci avevo la faccia...si è girata verso di me e mi ha detto: "Lei capisce, vero?".
Ecco, se sapevo mentire, quella signora avrebbe trovato una spalla.
Ma le ho risposto con un "No, io so benissimo cosa è!".

Io una controllata l'ho data

- Non mi sono abbonata a Wired, non ne ho manco letto una copia
- Sono stata ad un solo barcamp, bellissimo però
- Non ho amiche geek ma tante "geke", sì
- Non ho amici vip
- Io penso che i blogstar nascondono sotto la pelle degli albini svedesi con gli occhi rossi
- Quando sono con gente che conosco poco sono così silenziosa che sembro timida ma in realtà ascolto tantissimo.
- All'ultima cena a cui ho partecipato, ho regalato bulbi di tulipano. Il mio amico dice che mi prenderanno in giro per anni per questo.
- Sempre all'ultima cena a cui ho partecipato ho scoperto le virtù fotografiche dell'Iphone e ho capito che NON è un cellulare. E ho scoperto che ci sono birre che hanno 9° di gradazione e che mi fanno far sogni pazzeschi, al punto che ho sognato che il mio amico mi dava la "carne". Lui dice che non è vero.
- All'ultima cena a cui ho partecipato, ho guardato bene la pelle di tutti i commensali: secondo me sotto non c'erano albini svedesi con gli occhi rossi.

Allora

Allora qualche ora fa, ho fatto una cazzata.
Ho detto una cosa che non dovevo dire, cioè è bella ma sicuramente ho sbagliato modi e tempi.
Ma l'ho detta. E' uscita spontanea.

L'ultima volta che ho fatto una cosa simile sono diventata una merda agli occhi di chi l'ha sentita.
Una merda gigantesca, da evitare. Tanta era la puzza, evidentemente.

Stavolta l'ho detta meglio, era sentita sul serio, è vera per davvero.
Vado a farmi una doccia col deodorante, non si sa mai

lunedì 21 settembre 2009

Colleghi saggi

"Te sei una che sta viaggiando su un camion pieno di patate e cerchi di trovare il tuo equilibrio. Ma non per diventare una patata".

domenica 20 settembre 2009

Scoperte

Mi diverte sapere che ci sono persone che mi ritengono IL MALE!
Adesso vado a farmi una doccia di acqua santa, così vediamo se mi sfino...

giovedì 17 settembre 2009

Vado a Cuba

Avessi detto che andavo a Bonisiolo o che mi facevo un weekend a Mormanno o a Bastardo o che andavo a far le terme in Croazia...sarebbe per loro lo stesso. Ogni volta che mollo l'ufficio i miei colleghi pensano solo ad una cosa. Che vado a Cuba.
Prima ho mandato un sms al mio capo, che gli avevo inviato la mail con un lavoro finito a casa, e mi ha risposto con un grazie ed un W Cuba. Appunto.

martedì 15 settembre 2009

Gatta dentro

Mi han detto che sono "gatta dentro".
A me, che adoro i cani e aborro i gatti, mi dicon che son "gatta dentro". Ne ho già parlato: fin dall'infanzia i gatti non sono mai entrati nella mia vita, perché io con i gatti ci faccio a botte, e non è una affermazione metaforica. Ci faccio a botte sul serio. Ed è stata battaglia.
A 14 anni sono rimasta tre ore al davanzale della finestra per sfidare il soriano della vicina: lui mi fissava, seduto pacioso sul davanzale, io ho cominciato a fissarlo, lui non mollava lo sguardo, faceva lo stronzo, mi miagolava contro e mi mostrava i denti infastidito. Voleva abbassassi lo sguardo. E io...io con il cavolo, brutto gattaccio, ti fisso e lo abbassi tu lo sguardo.
E la sfida è andata avanti imperterrita per tre ore.
Un gatto e una ragazzina a fissarsi da una casa all'altra con sguardo di sfida... Due deficienti, verrebbe da dire...Ma andò così, e finì in pareggio. Il giorno dopo il soriano mi tese un agguato all'angolo della stradina e finì a morsicate. Vinse lui, ma io non mollai la lotta.
Beh io con i gatti insomma non ci vado d'accordo e quando ieri la tettuta se ne è uscita con "la fata è gatta dentro", ho riso ma ci son rimasta...
E ho finito con il pensarci un po'. Vuoi vedere che tutta 'sta confusione che ho dentro, da sempre, 'sti mille dubbi sulle mie capacità, sul mio saper dare, sul mio esser strana, si spiegan tutti con quel "gatta dentro" ?
Ho passato la notte a sognare che vomitavo palline di pelo.

domenica 13 settembre 2009

La libreria ovvero la sottile arte della pazienza

Io sono una persona che di suo sarebbe impaziente: di fare, di leggere, di andare (mai di tornare), di conoscere. Forse è colpa della mia eccessiva istintività ma io la pazienza la conosco e pratico poco. E allora ho trovato la terapia perfetta.
Il mio libraio.
Lo conosco da una vita, lui non si ricorda mai chi sono.
Gli chiedo un libro, ci si fa su quattro chiacchiere della durata media di 15/20 minuti se lui quel libro non lo conosce.
Ordino il libro e mi dice di tornare diciamo il martedì successivo: stai sicuro che torni e si è dimenticato di fare l'ordine.
Per avere "Bassotuba non c'è" di Paolo Nori, che era finito, ho aspettato, con questo tira e molla, quasi 15 giorni.
Ieri sono andata a prendere la mia copia, ordinata 15 giorni fa, di Ermanno Cavazzoni
e stranamente, l'ha trovata nel giro di 20 minuti. Poi avevo ordinato, un mese fa oramai, anche il Pignagnoli. Con lui ne avevamo parlato, l'aveva incuriosito assai quel libro, avevamo parlato anche del ballabile e gli era piaciuto un casino. Tanto che, mi ha detto, ne voleva una copia pure lui.
Io ieri ero sicura che quel libro che lui ha catalogato nella categoria "robe da matti", come tutti i libri che gli chiedo ultimamente, era arrivato. Dopo un mese, cavoli, il libro arriva, no?
Certo che è arrivato, mi ha detto lui. Ma non so dove l'ho messo, mi ha detto.
Come non lo sai, gli chiedo e le mani mi prudevano.
No, è qui dentro, ma non so dove. Ma entro sera salta fuori, ha aggiunto con una flemma da far schifo.

E la mia pazienza, quella che nella sua piccola libreria sto imparando a piccole dosi a praticare, ha cominciato a vacillare.
Torna stasera, mi ha detto.
Non posso, torno domani, gli ho ribattuto infastidita.
E poi l'ho persa la pazienza.
Allora dammi la
Trilogia della città di k che anche quello voglio leggere.
Roba da eroina, bellissimo, mi dice lui.
Ok, lo prendo, faccio io.
Non ce l'ho, te lo ordino, mi ha risposto.
E gli ho visto spuntare un ghignetto sulla faccia, se la rideva sotto gli occhiali.

sabato 12 settembre 2009

Cerchi e trovi altro

« la serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino »
(Julius Comroe Jr., 1976)

Ieri sera, finito il turno, sono andata a caccia di cibo e sono finita alla trattoria degli amici. Mi han fatto da mangiare alle dieci e mezza di sera, che per dove vivo io è quasi un evento mangiare una pasta, buonissima tra l'altro, dopo le 22. E finiti i tagliolini neri con folpi e pistacchi e pomodoro ciliegino ( una goduria), ci siamo seduti tutti attorno ad un tavolo a cantare le canzoni dei Pink Floyd ( guarda le coincidenze, mi sono detta...) e bere un bicchiere di vino. Poi è arrivato lo zuccherino sotto spirito e ho cominciato a saltellare per il locale a ritmo di "The wall".
Poi a letto, e stamattina mi sono svegliata con la cellulite che mi faceva ciao ciao.

venerdì 11 settembre 2009

Voci

Sto riascoltando l'ultimo contributo inserito oggi in Collettivovoci.
E rifletto: io Gilgamesh lo leggo, vado a vedere il suo blog, o lo seguo su Friendfeed. Non l'ho però mai visto una volta sola in faccia. Non ci ho bevuto un caffé, non so manco come alza il sopracciglio sinistro.
E' un esempio, Gilgamesh, ovviamente, potrei dire la stessa cosa di molti di quelli che in questi mesi hanno accettato la sfida di registrarsi mentre leggono un post che a loro è piaciuto, di un blogger che magari neanche loro hanno mai visto in faccia, e di cui non sanno come è quando beve il caffè o alza il sopracciglio sinistro.
Ecco, io leggendo il blog di Gilgamesh o quello di tanti altri, fatico ad immaginarmi che voce ci sia dietro. Ma ci provo, e così queste voci diventano fantasie di toni e cadenze. Mi immagino una voce e la cosa più bella è quando ho la fortuna di veder arrivare sulla mia mail quel file mp3 con la voce immaginata.
Fai click e si tramuta in realtà che mi stupisce ogni volta.
Ci senti i fruscii, il battito del braccialetto, il bambino che urla in sottofondo, il mouse che casca oppure lo stacco professionale. Non c'è differenza, io rimango stupita.
Che non è mai la voce che ti aspetti, ma è sempre meglio.

(grazie a tutti gli amici del collettivo)

Le cose che mi dicono

Allora ieri, che è stata giornata dura, da pulizia con le canne mozze, in ufficio e fuori mi han detto nell'ordine
- che sui miei tacchettini gonnati, avevo il passo marziale ( te credo due palle cosmiche a sentir urli di continuo...)
- che avevo l'occhio di quella che se la spassa troppo nei giorni di riposo ( ovvero modello triglia lessa)
- che dovevo andar a cenare alla festa dei Pd per portarci un tocco di sex appeal ( a posto siamo...)
- che starei bene con i capelli neri e lisci (uh?)
- che devo farmi desiderare per farmi slurpare di più (questa è cosa buona e giusta)

Poi mi ha chiamato mia madre e mi ha detto che devo darmi una regolata

giovedì 10 settembre 2009

Unisci i puntini


(foto presa da internet)

Stanotte ho sognato Cabo de Roca. Quando sono serena, finisce che sogno fari.
Stavolta è toccato a questo, lo conosco, ci sono stata in uno splendido viaggio in Portogallo, anni fa. Ho rivissuto nel sogno quei momenti. Ero con la mia amica, seduta sulla scogliera e mangiavo una papaya mentre guardavo il mare. C'era vento, forte, e mangiare una papaya, pulendola lì sullo scoglio, con le mani non fu una bella idea. Mangiavo la polpa e sputavo i semini superstiti, ma ero controvento e il risultato fu che la mia faccia diventò arancione con pezzi di papaya ovunque e i semini appiccicati.
Ecco nel sogno, io facevo il gioco dei puntini per vedere che immagine saltava fuori, unendoli tutti con un tratto di pennarello.
Poi mi sono svegliata e sono corsa a lavarmi la faccia.

martedì 8 settembre 2009

L'evoluzione della specie



Quando ero giovine, figa e buffa ho fatto
la modella e poi son diventata un trittico.
Ero la cavia di due amiche, con la passione delle foto e della pittura, e io davanti ai giochi non mi tiro mai indietro. E quindi ho fatto una risata...e ho cercato di star ferma.

Adesso che sono solo buffa, il gioco del destino non poteva che trasformarmi in cartone animato. E' l'evoluzione della specie prociona.
La mia me cartonata, che vi mostro qui, l'ha pensata quella matta della Natzuka, mia conterranea. Insomma, tutto questo per dirle grazie.
Ho apprezzato un casino...

domenica 6 settembre 2009

Mi amo

Al fatto che passo per matta mi sono abituata...E poi a me, i matti piacciono. Avevo un amico carissimo, che oggi non c'è più, il Marziano che lo era...Ma questa è un'altra storia, e pure l'ho già raccontata.
Dicevo, passo per matta. Dico cose che a chi le legge risultan matte. E invece sono normali.
Come questa. Io mi amo.
Voi direte: Ecchisefrega? Tutti si amano.
No, rispondo io. Sarebbe bello, ma no, non è così.
Io per esempio, la matta, per un periodo non mi sono amata. E ne ho pagato tutte le conseguenze. Stamattina mi sono svegliata con il sorriso. Ho dormito con la testa sul lato piedi del materasso, mi capita sempre quando sogno. E mi ricordo perfettamente di aver sognato il vento che veniva a baciarmi. Aveva delle labbra incredibili, morbide come il velluto e rosate, e con quelle labbra mi ha paralizzato. E lui rideva di me, bloccata a godermi quel bacio e agitava le mani per scompigliarmi i capelli...(Che poi a dirla tutta fa presto, che son già abbastanza scompigliati naturalmente, i miei capelli). E poi il vento, che aveva i capelli lunghi e la bocca vellulata, si è seduto sul letto al mio fianco e si è messo ad accarezzarmi la testa. Poi mi sono svegliata...Ed ero intontita di testa, come se il vento non solo mi avesse accarezzato ma avesse fatto pulizia di scorie dentro il cervello malandato che mi ritrovo. Avevo dormito il sonno dei giusti, cullata dal vento.
Cosa c'entra con l'amarsi?, direte voi.
Per me c'entra. Perché io solo quando mi amo davvero, sogno il vento che viene a baciarmi. Ha sempre facce diverse ma è lui, lo riconosco dopo anni di frequentazioni. Insomma è tornato, ed è la conferma di quel che penso da giorni, e che mi rende felice.
Io mi amo.
Buongiorno.

giovedì 3 settembre 2009

La trasformazione

Non è solo questione di smettere, è che la nicotina mi placava dentro.
Placava quella parte di me che nessuno intravvede, se non mi conosce bene, perché la volevo io nascondere.

Ovvero l'essere, profondamente, fino al midollo, TEPPA.
Sì, sono una teppa e morirò teppa.

E la nicotina che se ne sta lentamente andando via da questo corpo, lentamente riporta in vita lei, la TEPPA dentro la fatacarabina.

Paura eh?

mercoledì 2 settembre 2009

povera donna che si vergogna di dirlo

Io non volevo fosse così palese la cosa, ma La passita ha voluto rivelare il mio segreto e quindi mi tocca dirlo, con l'ultimo filo di vergogna che mi è rimasta.
Io sono uno schianto. Perché non sono solo donna di spirito e in spirito, sono una fantastica femmina.

;D

Ps: ora potete linciarmi, ma piano...uno alla volta

Una donna per amico

Ieri sera ho mangiato scampi crudi e una fritturina, bagnati da un ottimo prosecchino, guardando negli occhi una bella donna. No, non ho cambiato gusti. Sono uscita a cena con una gran bella donna, mia amica.
Siamo state le ultime a lasciar il ristorante. Non ci andavo da un pezzo, la proprietaria mi ha accolto con un sorriso. Si ricordava di me e subito mi ha fatto notare che sono dimagrita un sacco. "Di chi ti sei innamorata per esser dimagrita così tanto?", mi ha chiesto.
"Di me", le ho risposto.
E la mia amica mi ha sorriso.
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