Fatacarabina

Fatacarabina

giovedì 30 aprile 2009

Una trolla è per sempre

Arrivata alla soglia dei 13 mila e 2 commenti su Friendfeed, adesso mi riposo.
Liko soltanto adesso, chi voglio e come voglio, trattenendo il mio animo social perchè non ho voglia che il trollo stanchi e poi finisce che trollo e basta e io invece voglio produrre, magari trollate, ma voglio che siano trollate di qualità.

Ps: ai direct message rispondo sempre che son trolla cortese io :)
E fatemi divertire

Controindicazioni

Per molte cose che mi piacciono c'è una controindicazione. Soprattutto per i vizi come il fumo. Bella scoperta, direte.
Mi hanno infarcito le orecchie di discorsi sulla mia salute a rischio e niente mi ha messo in guardia come la sigaretta che ieri sera mi è caduta nella scollatura, accesa, e che si è infilata dopo una acrobazia ventosa, proprio lì, in mezzo.
Il salto che ho fatto quando mi sono accorta che mi stava bruciando la pelle, proprio a pochi millimetri dai gioielli, mi ha fatto rendere conto che fumare è pericoloso. Da oggi fumo solo se non porto magliette scollate.
Ps: so saltare ancora benissimo.

mercoledì 29 aprile 2009

Post scriptum/ Il Cancellino

Niki nei commenti mi scrive.
"Io invece faccio la voce fuori dal coro.
Il cancellino è un sacrosanto diritto. A me, per esempio, ha salvato la vita e non lo dico per dire.
Ci sono dei momenti in cui non resta altro da fare: uccidere, dimenticare, chiudere porte e portoni. E da lì ripartire.
Il perdono non solo ha a che fare con l'umiltà ma anche con il coraggio e la responsabilità. E' una scelta difficile.
Alcune persone cancellate sono rientrate in qualche modo nella mia vita, ma perdonarle no, non posso farlo. Non le odio, non le disprezzo, non serbo rancore, ma di perdonarle non se ne parla.
Sono fatta in un certo modo, ci sono arrivata con difficoltà, perdonare significherebbe fare cento passi indietro".

Ecco Niki ha dato voce al cancellino.
La mia era la voce del cancellato. A quel sentimento ho voluto dare voce, senza mettermi nei panni del cancellino. Lo ha fatto lei, con la sensibilità che la contraddistingue e che mi ha portato subito ad avere affetto per lei, in maniera forte.
Ecco, il commento lo porto in primo piano, perché le sue parole mi hanno colpito, la voce al cancellino muto lei l'ha data. E il cancellino pure in parte c'ha ragione a fare il suo lavoro, durissimo.
Onore, quindi, ai cancellini e ai cancellati.

Il cancellino

Apro il computer e vado al mio blog e da lì, mentre la caffettiera è sul fuoco e la radio canticchia, finisco sul blog di sidgi e leggo del ctrl+alt+canc.
E non posso non pensare che alla fine capita a tutti quella cosa terribile di esser cancellati. Lei lo ha scritto, con le nuove tecnologie è facilissimo cancellarti.

Non è un semplice vai a quel paese, è il cancellare completamente una amicizia a lasciarmi là, seduta per terra, con neanche un pugno di mosche a tirarmi su il morale , a colpirmi del suo, come sempre, gustoso post.

E' terribile, è vero, non c'è altra definizione.
Io non sono capace, posso far finta di dimenticare, fare ciao ciao con la manina, ma non riesco a cancellare e finisco con il non accettare di esserlo, cancellata, quando in ballo c'è una amicizia in cui credo.

Ma a volte la forza del cancellino è stata più forte di qualsiasi entusiasmo io potessi mettere in campo.
E per me questa è una sconfitta.

Se mi cancelli io divento come un foglio di carta sbiancata.
O lo strappi o ci riscrivi sopra tutt'altre cose.
Io su di me sto scrivendo cose nuove ma mi resta la nostalgia del cancellino.
Perché non ho la dote di dimenticare.
Proseguo la mia vita con il sorriso ma io, solo io, so che in qualche occasione evidentemente ho fatto del male, ho lasciato un pessimo odore di marcio a chi mi stava vicino, ho maltrattato io per prima il concetto dell'amicizia. E non sono cose di cui andar fieri.
E mi chiedo perché non ci sia l'umiltà del perdono, se ci vuole quella, l'umiltà, come scrive il potente Sba per crear le basi solide di una amicizia.
Perché cancellare è l'azione del non perdonare. a meno che non si sfoci, e spero sempre di no, nella spaventosa forza dell'odiare. Ma l'odio come l'amore si alimenta di ricordi. Il cancellino è peggio, quindi.

Io avevo sempre pensato che solo la morte non perdona, e invece c'è chi sa aver nel cervello una gomma per cancellare una persona così come cancella una parola messa al posto sbagliato su un foglio di carta.

O fa ctrl+alt+canc che poi è lo stesso, ma più veloce.

Bah, io invece sto con gli umili stolti del rewind.

martedì 28 aprile 2009

Spritz-alismi

Mi informa un amico, venessian doc, che a Milano oggi è andato a bersi uno spritz.
Passi che il Select non ce l'avevano, e diciamo si tratta con il senno di poi quasi di un male secondario, ma pagare 10 euro uno spritz quando noi qua nella patria natìa dell'aperitivo, che odora tanto di provincia, ci lamentiamo se lo paghiamo 2 euro e 50....Vorrà dire che la prossima volta che si va Milan, si parte col thermos !!

Un post che idealmente pensa a sid, la mia signora dell'aperol e a checco, colui che ha sborsato i dieci Euri oggi

Piccole dosi

Me l'hanno richiesto anche oggi, ogni tanto capita.
"Perché non sei sposata?".
E oggi la risposta è venuta da sè.
"Non sopportavano di vedermi tutti i giorni! Sono una da prendere a piccole dosi".

lunedì 27 aprile 2009

Io fumo

Io fumo
Sì io fumo
e non ho voglia di smettere
Io fumo e mi piace
Mi piace il tabacco, fumerei la pipa
e a volte ho provato quello da fiuto
con la posizione della mia mano
che la mia bisnonna aveva insegnato a nonna e lei a me...

è che a volte, spesso, ho voglia
ma ho fretta. E allora?

A me le cose veloci non piacciono
ma la sigaretta sì,
lo so che non è bene
ma è così.
Io fumo
ed è strano perché se mi piaccion le
cose lente
dovrei preferire altro.

Non so ma la foto più bella
di me bambina
mi è stata requisita.
A due anni ero in braccio a papà
con la sigaretta in bocca, spenta.

E’ colpa del gesto,
qualcosa che brucia
a pochi centimetri
dalla bocca?

Qualcosa che brucia,
fuoco e vento
la favilla che vaga
e che accende

forse è questo


versione audio
fattipiùinlà

vorrei

Vorrei, vorrei, vorrei.
Sì, io voglio.
Voglio tanto, che se lo dico alla fine
quasi mi vergogno.
Anzi mi vergogno proprio.
E sto zitta e li pronuncio solo in testa i miei vorrei.
Perché alla fine dei conti un dato è certo:
non credo di potere, tutto, quel che voglio.

domenica 26 aprile 2009

Svegliarsi

Oggi mi sono svegliata con un pensiero preciso che mi ha fatto aprire gli occhi col sorriso ma che mi ha tolto ogni voglia di andare a lavorare. Ci sono pensieri o ricordi che sono così.
Flash potenti, che puoi solo ammirarli, e che ti fanno venir voglia di minuti lenti. Non è rimpianto, non c'è tristezza, nel ricordare un momento preciso in cui sei stata tu e basta e le tue emozioni non erano nervi scoperti ma una brezza mattutina, spensierata.
L'unica controindicazione è che ti sparisce di colpo il senso del dovere e stai lì a veder passare i minuti, sperando che rallentino.
Chiudi gli occhi sperando che tutto si fermi, per poter fare rewind quante volte vuoi.

venerdì 24 aprile 2009

E' tutta questione di tecnica

Ecco, a me manca la tecnica.
Io mica son capace di atteggiarmi da donna che ce l'ha solo lei, dopo un pochino mi stanco, è un esercizio che mi riporta diritta a quando avevo sei anni ed ero fasciata nella tutina blu della scuola di ginnastica artistica e dovevo fare la ruota sulla trave e il mio problema più grande era frenare il movimento sussultorio delle chiappe che si mangiavano lembi della tutina sul posteriore.
E mentre le altre bambine, magrissime che con i fianchi facevano la circonferenza di una mia coscia, io ero sempre, lo testimoniano le scarne foto di quel periodo, con una mano, la sinistra, impegnata a sistemarmi il retro della tutina.
E in una simile situazione, come fai a camminare eretta e sorridente? Come se ce l'avessi solo tu?
Ecco, oggi come allora, anche se ho imparato benissimo a valorizzarmi e so magari quali sono i miei punti di forza, io non riesco a marciare con il passo tipico della tipa che è unica detentrice e sente il peso di avercela pure d'oro.
Mi riesce male, sono sempre lì che penso: forse ho il capello che casca male e la scollatura magari fa vedere mezzo seno e io non me ne accorgo e cammino come niente fosse, con mezza tetta fuori, o se metto la gonna, magari mi si smaglia anche la calza figa.
Invece quella che ce l'ha solo lei ha sempre la calza perfetta, il passo da mannequin con l'impressione del faro incorporato ad illuminarle il passo. E ha il trucco perfetto anche dopo ore di lavoro e invece io magari sembro un panda, per questa fissa di stropicciarmi gli occhi e dimenticarmi dell'esistenza della matita nera. E poi i capelli, io c'ho i capelli che si pettinano per conto loro. Loro, quelle con tecnica, penso abbiano il parrucchiere incorporato nella borsetta.
Io, io, invece, magari se cammino inciampo e alla fine ho sempre qualcosa fuori posto, semplicemente perché mentre cammino penso ad altro. Non ho la tecnica di quella che ce l'ha solo lei perché so bene che non ce l'ho solo io, ecco. Vuol dire che sono poco femminile?

Pubbari/2-voices

"Scusa, la tua-le-t-te"
"La mia che?"

"Ma tu sei mai stata dark?"
"No ad Arc non ci sono mai stata"

"No, troppi caffè ti fanno male. Non te lo faccio".
"Allora fammi una grappa".
"Ok".

"Oi vecio ti me xe simpatico come l'acido muriatico".

giovedì 23 aprile 2009

Carosello-progresso

Quando arriva il pacco con i libri ordinati online è sempre un piacere, anche in una giornata oscena come quella di oggi. E anche se io amo le librerie, la fretta talvolta mi porta a comperare online.
Sui libri è cosa buona e giusta fare pubblicità e visto che stavolta ho comperato libri di autori che lo bazzicano eccome il web, è ancora più bello farla, la pubblicità.
Usate il sottofondo che volete, meglio quello del "Carosello" di quando eravamo bambini.

Nel pacco ci sono

- Motosega di Guido Catalano
- Ti amo lo dici a tua sorella di Michela De Muro
- La donna che parlava con i morti di Remo Bassini.

E adesso si legge
;)

Necessità

Oggi, che il vento mi sibila attorno e urla cose che fatico a sentire, avrei bisogno di una vera cuccia, di thè caldo e biscottini, di minuti lentissimi e di odore di mare, di una coperta sulle spalle, di non sentirmi minuscola, di un abbraccio protettivo.
Magari voi avete bisogni simili...
Non so, ciao.

mercoledì 22 aprile 2009

Aggettivi

Scostante. Mi sa che hai sbagliato a definirmi così. Se leggi sul vocabolario l'aggettivo si usa per chi è introverso. E io non lo sono, caro lei. Sull'introverso non ci siamo, eh , no.
Io ho attorno a me un sacco di gente e ci rido e faccio ridere. Forse che tu volevi usare un aggettivo diverso e ti è uscito quello? Dimmelo, caro signore.
Quando volevi ingabbiarmi in una definizione, sei incappato in quella sbagliata. Volevi definirmi come una donna priva di cordialità? Ma non ci siamo! Dai, vatti a leggere lepido. Alla elle, sì. Ecco.
Senti, lascialo aperto il vocabolario, ce lo guardiamo assieme e vedrai che alla fine la troviamo la parolina che mi ingabbia...tu che hai bisogno di paroline per definire altrimenti ti senti privo di riferimenti.
Ehi, no, mica te ne vai...adesso andiamo a cercarla la parolina.
Ecco, vediamo. Sono scontrosa? A volte ma non sempre.
Sono dura? Beh, quello solo con me.
Sono ruvida? Ma come! Vuol dire non uniforme al tatto e scusami al tatto io sono morbida e talvolta sono ruvida solo sul tallone, quando tardo l'appuntamento con la pedicure.
Scorbutica? Ma non ho malattie e soprattutto mai incappata nello scorbuto.
Non la trovi? Dai, non fare quel gnugno da bimbo insoddisfatto. E' semplice, aspetta che la trovo, ecco.
Difficile. Ovvero chi richiede un grosso sforzo per essere compreso. Ohh, ci siamo quasi.
Dentro l'aggettivo difficile mi trovo abbastanza bene.
Non basta però, mi sa, per il tuo cervellino.
Allora vediamo, sono una persona seria, sì, va bene. Ma sono amena? No, lo sarei se fossi un luogo geografico. Non si usa per le persone. Semmai si dice divertente o arguta. Per te vado oltre? Ah, dici pazza? Se intendi la malattia mentale, mica lo so se hai ragione. Se intendi che a volte me ne esco con idee che cozzano con la tua immagine di me, allora può starci ma ce ne sono tante che puoi usare, per le mie idee: balzane e bislacche mi vanno bene, dai. Hanno un bel suono.
Proseguiamo: se volevi dire che io sono seria e pure non seria, ti ascolto sì, volevi arrivare alla fine a definirmi discordante?
Ma io mica sono in opposizione al tuo pensiero per partito preso, è che se non sono d'accordo, lo dico e basta.
Dai, ti aiuto io: volevi dirmi, alla fine, che sono inconcludente.
Anche su questo posso disquisire. Se intendi che sono oziosa, questo è vero e mi pare pure di meritarlo e me ne vanto.
Se intendi che non raggiungo il mio scopo, non so che dirti. E' vero tu mi conosci da secoli e io sono stata ai tuoi occhi tante cose: giocatrice di basket, poi arbitro, e ancora suonatrice di sassofono, studentessa di liceo prima e di scienze politiche poi, raccoglitrice di pomodori estivi, segretaria di un circolo della Fgci, fidanzata per bene. E di nuovo studentessa universitaria e poi aspirante moglie e madre.
Di quei momenti mi resta solo il ricordo, oggi, è vero, hai ragione tu. Risultati? Tu non li vedi. Successo? Non so che dirti.
Ma darmi della inconcludente, mi pare eccessivo. Per te non ho portato avanti alcun scopo. Boh, erano esperienze, utilissime. Mica dovevo andar in giro con le medaglie...
Ah, tu avresti preferito... capisco.
E' tardi, scusami, ora devo andare.
Ti lascio il vocabolario, così finisci di definirmi per bene.
Io ho meglio da fare.
Cosa? Vivere, per esempio.

Tutto in una notte - il Cin cin 2.0

Un grazie a Antonio Vergara

Cin cin 2.0

martedì 21 aprile 2009

Perché sò contenta

Ieri sera su friendfeed abbiamo fatto festa con il Cin cin 2.0. Siamo partite in due, io e
teiluj e poi quando pensavo sarebbe stato il solito rendez vous tra quattro gatti social è successo il finimondo. E siamo stati seguiti anche fuori Italia. E ne han parlato...
http://www.macchianera.net/2009/04/21/cazzeggiosfera/.

Io sono contenta di quello che è successo ieri: il Cin cin 2.0 non era nato per dare una casa ad anonimi alcolisti, come può pensare qualcuno, ma per unire persone diversissime e lontane tra loro in un gesto comune, il brindisi.
Propiziatorio, perché magari qualcuno non ha niente a cui brindare.
Liberatorio perché davanti allo schermo del pc non sei più solo tu.
Era solo questo e sono contenta che sia successo.

domenica 19 aprile 2009

L'avvocatessa



La meravigliosa avvocatessa mi ha tirato in ballo in un meme che è passato di mano da una collezionista. Mi inchino alla bella donna che mi porge un premio inatteso, e siccome mi si dice che la motivazione è la fecondità, io non posso non procedere nello spargere a altri sette il seme dell'apprezzamento. Magari nasce un fiore.

Eccoli i magnifici sette.

sba
vix
mauro gasparini
sancla
paolo nori
elenasenzaaggettivi
simone biagiotti

Non abbiatene a male per la citazione ( chi non è stato citato non si dolga) e non sentitevi obbligati a proseguire. Prendetelo per quel che è...

Chi volesse accettare questo premio, dovrà attenersi al suo regolamento: linkare il blog che ha consegnato il premio e premiare, comunicandolo agli interessati, altri 7 blog meritevoli.

sabato 18 aprile 2009

Il mago e Napoleone

Il signor Aldo chiamò una mattina in ufficio e trovò me a rispondere. Si qualificò e ottenne dalla sottoscritta una risposta che lo spiazzò: "Se lei è il mago Silvan, io sono Napoleone".
E si ritrovò poi il telefono chiuso in faccia. Ebbe, però, il signor Aldo, illustre concittadino, la cortesia di richiamare e di riuscire a far comprendere alla mia testolina addormentata in un domenica mattina, che lui era davvero il mago Silvan, e non si arrabbiò per il telefono sbattuto in faccia, anzi mi chiese chi fossi, cosa facessi e se poteva aver quello di cui necessitava, superando l'imbarazzo che mi colse per la figura da c...
E poi mi salutò augurandomi un "anno pieno di magia".
Ecco, la cortesia di questo signore io me la ricordo bene e vederlo adesso protagonista, sempre in una domenica pomeriggio, di una battuta sulla bacchetta magica che servirebbe al signor B. con la conduttrice che si profonde poi in una scia bavosa di scuse ufficiali di cui poteva francamente fare a meno ( la battuta era tutt'altro che offensiva, eh ) me lo fa stare ancora più simpatico. Non è colpa sua se è incappato in un altro tipo di Napoleone...

venerdì 17 aprile 2009

E son 300

Un amarcord per festeggiare il 300esimo post qui dentro.
Quando scrivevo non sulla tastiera ma solo sui blocchi, mi usciva questo...
Ed è bello oggi come allora, lasciatemelo dire.
Lo scrivere, non i risultati, ehm.

Sudore
Una goccia di sudore
scende dalla tua fronte
e scivola lieve sul viso
Sfiora la guancia
la mascella si contrae
E lei devia verso il basso
Decisa a raggiungere le tue labbra
Che voglia baciarti?
Ma con la mano
la scacci via
Stop

mercoledì 15 aprile 2009

Lenzuola

Non dormo più in stile libero come ero abituata a fare. Ora mi addormento sempre sulla spalla destra, al punto che al mattino mi fa persino male perché, povera, non si è mossa per tutta la notte. Io che di notte nel mio lettone matrimoniale, ero abituata a vagare e a svegliarmi ovunque, adesso dormo in una sola posizione. Per di più a destra.
Mi pare strano, mi par segno di malattia quasi. Io che mi svegliavo arrotolata nel lenzuolo e più di qualche volta sono finita giù dal letto, che ho avuto amanti infastiditi dal trovarsi il mio braccio o la gamba addosso, che prendevo il cuscino e ci vagavo sul letto come fosse un surf, beh io adesso dormo nella stessa posizione tutta la notte. E mi par un cambiamento eccessivo, di quelli che è difficile mandare giù dopo una infanzia ed una giovinezza da piccoli esploratori. Il letto matrimoniale è bello per quello: ci puoi vagare se sei solo come fosse un'isola e tu fossi Robinson alla ricerca di cibo e avventure. Se sei in due ancora meglio... ma quello è un altro discorso, sempre valido .
Invece il sonno in posizione cassa da morto, quello mai. E mai lo vorrei.
Beh, ieri sera ho provato a metter il cuscino come una barriera sulla destra, in modo tale di impedirmi di dormire sulla spalla destra. Pare abbia funzionato...ho dormito tutto a sinistra. E la spalla per fortuna non mi fa male.

Voci

Per chi ha voglia c'è questo
collettivovoci
uno spazio in cui blogger leggono altri blogger.
Per ora siamo pochi amici ma ci divertiamo.
Condividere è anche questo.

lunedì 13 aprile 2009

Onore

C'è chi crede al detto " Tanti nemici, tanto onore". Ci sono persone che preferisco mi siano nemici, perché non capisco il loro essere, i loro comportamenti e i loro valori. Ci sono persone con cui si è totalmente diversi che anche un dialogo sarebbe alquanto difficoltoso, figuriamoci un rapporto di conoscenza. Amicizia? Impossibile. E' scritto nel nostro Dna.
E se lui o loro mi odiano, beh, sta nelle cose. E' normale, no?
A volte però capita l'evento sfortunato di vedere persone per le quali provi affetto e stima scomparire come se fossi tu, il peggior nemico. Ed è una sensazione pazzesca, di quelle che ti spaccano in due, almeno se sei uno che considera l'amicizia come un bene prezioso, primario.
Ecco, a me, il pensare che là fuori ci sia qualcuno o più di qualcuno, che io non sento come nemico, perché nel mio imprinting c'è scritto che è persona da stimare e a cui voler bene, che invece mi evita come la peste, o che forse mi odia, mi fa pensare che aver nemici un onore non lo è affatto.

sabato 11 aprile 2009

Pubbari/1

I miei amici hanno un pub dove altri amici lavorano e altri amici, ancora, vanno a bere e mangiare. E così sul tardi siamo tutti lì, ognuno con i propri legami attorno ad una pinta di birra. Qui è nato l'orto storto, qui nascono battute e gags. Qui nascono discorsi serissimi.
E se ci vai spesso al pub dei miei amici, alla fine, vedi anche le facce degli altri, dei clienti affezionati, degli amici degli amici, e dei saltuari visitatori, che passano oltre il bancone invaso dai nostri sgabelli occupati, e si siedono in sala.
E spesso ne senti e vedi, di belle. Che la gente sembra tutta impettita, tutta uguale e invece scopri delle perle.
Tanto che mi è venuta la voglia di farci una rubrichetta: Pubbari, appunto. Che comparirà qui ogni tanto...

C'è gente che si avvicina al bancone
-che chiede un doppio di salsa rosa per il club sandwich ma poi neanche la tocca.
-che beve 10 whisky in una serata ma poi esclama che "il fumo fa male".
-che chiede forchetta e coltello per mangiare un toast
-che sente queste frasi: "Che budget abbiamo?" "Budget? No, non lo conosco. Che vino è? "
-che usa l'intonazione da opera lirica per ordinare una pinta di doppio malto bionda
-che chiede se la musica di sottofondo è l'ultimo dei Depeche Mode, e si becca un No stereofonico da 50 persone che si girano contemporaneamente e manco li conosci tutti.
- che non offre la birra alla ragazza con cui esce, che a vent'anni evidentemente sono nati con l'imprinting del "paghiamo alla romana".
- che misura massimo 1.65 e arriva regolarmente accompagnato da belle ragazze sopra il metro e ottanta, tacchi esclusi.
- che entra biascicando che offrirà 100 euro per essere accompagnato in auto a cento metri di distanza.
- che considera le donne troppo furbe per lui e vorrebbe per la figlia un futuro sotto il burka.
- che dice che la birra è troppo alcolica, ma poi chiede ron e pera.
- che davanti a pane e nutella sembra che perda i sensi.
- che arriva con il figlioletto e poi lo tiene sveglio a urli fino a mezzanotte passata.
- che non sa sedersi sugli sgabelli quadrati.

E questo è solo un assaggio :)

venerdì 10 aprile 2009

La variante germanica

 
Una donna per amica
e' un oggetto raro, un dono prezioso
di quelli che non si possono
sporcare o stropicciare
Complice ma anche rivale
Tagliente ma anche dolce
Comprensiva ma anche dura
Incoerente ma anche presente
E' uno specchio o un obiettivo
ma poco importa chiedersi che senso abbia
quando una risata esplode ed un abbraccio rincuora

Ada

Ada,
leggi su lestoriedimitia

mercoledì 8 aprile 2009

Primavoglia

La primavera inizia per me quando arriva la stagione delle voglie improvvise.
Voglia di esser stropicciata.
Voglia di persone belle e non di ruoli.
Voglia di una montagna di cioccolato fondente.
E poi voglia di fragole, di libri da leggere e del rumore del mare.
Voglia di mojito al tramonto e di un venticello birbante.

sabato 4 aprile 2009

Mancinismi

Ho pochissime certezze, facevo il conto oggi. Una su tutte è il mio mancinismo, sono sinistra come solo una mancina può esserlo. Ho un tetto sopra la testa e un lavoro a tempo indeterminato che spero duri, visto che manco quello oggi è così sicuro, ma non ho certo quelle certezze monumentali che avevano i miei genitori.
Le cose accadono veloci, sempre più veloci. Cambio io, non sono quella dei miei vent'anni, se non per l'entusiasmo che ci metto. Cambia il mio corpo che è diverso da quello dei miei 30 anni, figuriamoci. Cambiano i miei bisogni, cambiano pure i miei sogni. Chi avrebbe pensato trenta anni fa, quando volevo diventare un oncologo, che oggi avrei avuto come unico vero sogno quello di diventare una contastorie. I miei sogni e bisogni oggi sono diversi. Prendi il vivere da soli. La solitudine quando sei bambino sembra un orco cattivo, ma quando diventi grande quell'orco, se ti va bene, te lo fai amico e hai pure bisogno di lui a volte. Io, animale sociale, ho bisogno della mia solitudine.
Cambiano pure le persone attorno a me. Ci sono dei punti fermi, i monoliti del sistema amicale, ma il bello è che arrivano spunti nuovi, sorrisi diversi. E altri sorrisi scompaiono, anche questi velocissimi. Ci sto male, che io non sono una dura, una che finge, e quando dico Ti amo o Ti voglio bene, lo dico praticamente per sempre. Ma le cose cambiano, è tutto in movimento.
Da ragazzina mia mamma mi diceva sempre che nella vita ci vogliono certezze e io, immancabilmente, sono finita a cercarle, male forse, ma oggi che certezze non mi pare di averne, e che se ho il posto fisso mi sento sempre precaria dentro, a questa incertezza io mi sono affezionata e ne faccio un vestito da portare con orgoglio. Come il mio essere mancina.

venerdì 3 aprile 2009

Cosa c'è dietro il carrello della spesa

Ciao ,
speravo di poter trovare una mail che mi ponesse in contatto con te che sei una che racconta con attenzione (...).
Io non so usare punti e virgole con destrezza ma ho da raccontarti una storia di abusi sul posto di lavoro perché finalmente sono stufa di subire come lavoratrice e soprattutto come persona di sesso femminile - femmina - donna.
Lavoro in un un discount, posto dove con trenta euro riempi il carrello ma senza accorgerti di quello che succede intorno poiché l'azienda offre al cliente un magnifico parco giochi tenendo bassissimi i costi alla fonte e sfruttando i dipendenti ...

1. siamo tenuti sotto organico
2. alle cassiere viene contata una produttività di cassa sulla quale viene stilata una pagella. Devi fare un cliente al minuto e nel minuto comprendere il controllo merce in uscita. Se non rispetti i tempi vieni richiamato pesantemente.
3. alle cassiere viene chiesto di pulire i locali e i bagni clienti e dipendenti ( esula dal contratto nazionale )
4. siamo costrette ad imparare oltre ottanta codici di frutta e verdura a memoria ( cambiano periodicamente )
5. veniamo sottoposte al test del carrello. Cos'è ? (...) Ci sottopongono ad una umiliante prova di memoria e di caccia alla volpe .... Devi stanare la merce che loro fingono di rubare ovviamente il tutto innanzi alla clientela attonita che spesso ci invita a denunciare. Alla fine ci viene fatto firmare un foglio di cui non viene mai rilasciata una copia.
6. non ci è mai stato dato l'orario fisso come da contratto. Nonostante le richieste continue a molte colleghe vengono negati gli orari agevolati per necessità famigliari e durante l'orario lavorativo a chi fa più di sei ore non viene data la pausa. Ma gli uomini ce l'hanno
7. nonostante le ripetute rapine e le ripetute richieste non c'è mai stata data una guardia giurata armata. Dicono che costa troppo. Ma quanto costa la vita di un dipendente?
8. abbiamo l'anti-taccheggio al massimo due volte a settimana e solo al mattino. Noi chiudiamo alle 21 e spesso siamo solo in tre a volte entrano tipi assurdi E NOI ABBIAMO PAURA e come se non bastasse ci è stato detto che quando un inventario va male è colpa nostra e che quindi saremo sottoposti di nuovo ai test . (...)
9. tiriamo su quintali di merce a spalla. Abbiamo solo due muletti ormai usurati (...) e a volte c'è chi si arrampica e ci sono colleghi che si sono fatti male
10. ci è stato detto di andare in un altro posto a fare la spesa perché così si è certi che l'inventario andrà bene dato che il dipendente potrebbe anche rubarla la merce e inoltre non possiamo tenere l'acqua al lavoro alla cassa.
11. ci viene vietato di essere rappresentati sindacalmente.

Vorrei solo che questi giganti del commercio ogni tanto diventassero nani.
sono stanca (...)
grazie ancora, Nuvola.


Questa mail è reale, l'ho ricevuta alcuni giorni fa e quando l'ho letta mi sono arrabbiata. Perché non ritengo tollerabile che nel 2009 i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici siano ancora carta straccia. Perché mi stupisco che non si riesca a garantire una forma di tutela sindacale per gli sfruttati. Non so che altro termine usare per racconti come questo, che mi mostrano cosa c'è davvero dietro al gesto del carrello della spesa che arriva alla cassa per pagare. E perché molti giovani oggi non pensano di poter entrare in una sede sindacale per tutelare i propri diritti, perché spesso si ritrovano da soli ed hanno paura di ripercussioni. E in un momento di crisi generale come questo, queste situazioni rischiano di moltiplicarsi per il timore, comprensibile, di perdere il posto di lavoro.
Allora ho scelto, con il consenso di Nuvola, di pubblicare sul mio sito questo suo sfogo. Perché si sappia come se la passano i lavoratori di certi supermercati dove andiamo a fare la nostra spesa.
Ho omesso volutamente una serie di indicazioni, per un semplicissimo motivo. C'è uno spazio per riflettere, questo, e uno spazio per denunciare: ma a quello ci si arriva con i dovuti tempi e le dovute tutele. Senza speculare sulle vite altrui.

mercoledì 1 aprile 2009

La vasca

Sono dentro la vasca e mi libero di me. A volte serve, quando hai troppi carichi addosso, e hai bisogno di leggerezza. E' stato il miglior consiglio ricevuto oggi, bello perché inatteso.
E allora ci provo. Faccio finta di esser sulla mongolfiera e che ci sia un sole incredibile sopra di me, e io verso quel sole ci voglio andare, e per farlo devo alleggerire, togliere pesi. E allora via: io non sono una giornalista, io non sono una contastorie, io non sono una trentottenne, io non sono le prime rughe all'angolo della mia bocca, io non sono cattiva, non sono un fastidio, io non sono una a cui non rivolgere la parola, io non sono... Tolgo tutto, e resto io. E vado sù, lieve. E il sole mi accieca e io, cecata, rido.
Non mi serve molto, mi accorgo: ho bisogno di parole, di un taccuino dove scrivere, di un libro che mi allieti nelle serate uggiose, di una musica jazz di sottofondo, di un vino che rischiari la voce e di una mano che stringa forte. E di questa vasca in cui sentirmi piccola e grande, nuda e vestita. Io.
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