Fatacarabina

Fatacarabina

giovedì 29 gennaio 2009

Mosche e serpenti

Tutto bene? Sì, anzi no, che non va bene. Qua si fa finta, ci si autoconvince che tutto giri perfettamente, come un ingranaggio oliato al punto giusto, senza intoppi e senza arranchi. Non va bene, ma mica si può mostrare questo vuoto che hai al posto dello stomaco. Che hai paura che se uno ci guarda attraverso quel buco chissà cosa pensa poi. E se il buco si forma solo perché non arriva un cenno di pace, che riprenda un filo che non volevi spezzare e che invece hai rotto tu, mica puoi star tanto là a dire che non volevi. Non hai uno straccio di scusa.
Quando ti spogli, il buco tu lo vedi, è sempre là dove lo hai lasciato la mattina. Ci passi comodamente il braccio attraverso. Solo che dall'altra parte non c'è una mano che ti aiuti a riempir il foro di malta calda. Dall'altra parte c'è il silenzio prodotto dai passi falsi. I tuoi. Il gradino l'avevi visto, avevi pure preso le misure, poi nella foga sei inciampato e sei volato diritto contro la specchiera, e il cristallo è caduto spaccandosi in mille pezzetti. Avresti voluto passar cento giorni a ricostruirlo, il cristallo, usando una colla gentile ma i vetri rotti ti sono stati tolti di mano. E tu sai che l'aver sbagliato il passo, anche se in buona fede, mica ti assolve. Solo i preti assolvono in fretta, le persone possono benissimo decidere di non farlo, di non perdonare il serpente che è uscito da te. E con un pugno di mosche in mano, e la biscia nel cuore, ha ora due possibilità: o sfami il rettile con le tue mosche o lo lasci morire di fame, sperando che di notte non ti prenda le misure per poi trasformare te nel suo pasto. Devi scegliere ed ammettere di esser incapace di dimostrare che non volevi diventare il padrone assoluto ma ti sarebbe piaciuto solo gioire nel partecipare. Se lo dici non conta nulla, le tue parole sono quelle mosche che hai in mano e dentro quel buco, oggi, c'è solo il silenzio di orecchie sorde e di lettere afone. E ti copri con un carico di maglioni, chiudi le mosche in un vasetto con il tappo areato e il serpente lo scacci a pedate.
Quindi, riformula la domanda per cortesia. Tutto bene? No, ma facciamo che è sì.

4 commenti:

vix ha detto...

forse non le ho viste tutte le tag di questo post, ma mi sembra manchi quella della rabbia.
non è menzionata, ma io ne ho sentita tanta.
una mia proiezione?

"...il silenzio prodotto dai passi falsi." è bellissimo.
come espressione intendo. bruciante e assordante, come esperienza.

fatacarabina ha detto...

La rabbia c'è, vix, non certo nei confronti di qualcuno ma nei confronti di sé. E' questa la sensazione che volevo trasmettere, una rabbia fastidiosa nei confronti degli errori che possiamo commettere.

vix ha detto...

sì, sì, a quella mi riferivo.

missione compiuta, allora;-)

la cosa più difficile rimane sempre perdonar(si).

Anonimo ha detto...

la trasmetti tutta, fata.

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