Fatacarabina

Fatacarabina

martedì 6 gennaio 2009

Cosa sarai

Talentuosa non sono di certo, anche se a 30 anni ho vinto un premio, a 24 ero già in possesso di un tesserino dell'Ordine dei giornalisti e a 17 muovevo i primi passi nel mondo che sarebbe diventato la mia passione. Il talento è altro, è genio, intuizione, ironia costante. E io alla fine ottengo i migliori risultati ironizzando solo su di me. Fatacarabina, procione, lupa dagli occhi gialli, l'angolo dell'ormone. Alla fine sempre io sono. Ho passato anni a volermi diversa, a non accettar le mie forme, ed oggi mi ritrovo ad amarmi e mettermi in gioco, come una trapezista pronta al volo senza rete.
Ho paura, certamente, ma non posso farne a meno. Annuso l'attrazione, seguo l'istinto, mi lancio in nuove esperienze. Sbatto il muso e solo io posso dire quante volte è successo. E quanto posso soffrirci, come un cane abbandonato in autostrada.
Principio di fondo, se ci credi non devi mai pentirti. Certi salti mica li fai a caso, per chiunque. Lo faccio solo quando c'è il talento, vero. In primis quello di vivere, in seconda battuta l'intelligenza e l'ironia. Solo dopo valuto l'altrui capacità di darsi ad una come me che sembra eccessiva, un oracolo vaticinante, una cioccoblocco dipendente, una drogata di ormoni, una fanatica del sesso. Sì, posso sembrar tutto questo, specie se qualcuno mi piace. Ma di fondo resto una non talentuosa che insegue il talento. Una tal dei tali che è priva di sex appeal e che insegue la sensualità. O semplicemente una donna Enel, come dice di me un amico. Non è facile capirmi, ma un anno fa ero peggio. Mi credevo io l'arrivata.
Oggi, che non ho certezze in mano, che sono precaria dentro, che mi metto in discussione ogni giorno ed ogni giorno mi chiedo se mi amo e se sto bene a sufficienza per sorridere al mattino, ho una maggiore consapevolezza di me.
Ho una figlioccia, Melissa Rosmery, ha nove anni. Vive in Perù, un posto non certo facile se nasci femmina. Mi ha mandato anche quest'anno la sua foto, è bella e mi saluta con la mano, con addosso la divisa scolastica. Non sono una migliore di altri perché da 5 anni sovvenziono da lontano i suoi studi, le sue scarpe, i suoi pasti. Le voglio bene, anche se non è figlia mia. E neanche colmo un desiderio di maternità inespresso, perché partorire è un'altra cosa.
Ma in questi giorni che a Gaza, nei bombardamenti e nella guerra per un pezzo di terra, i primi a morire sono i bambini, io penso anche a lei. Non so chi lo diceva, ma concordo. I grandi possono esser anche soli, ma i bambini sono di tutti.
Cerco di capire che donna sarà Melissa , se sarà libera di amare, di scegliere cosa diventare, quale passione inseguire, quale uomo accogliere nel suo letto. O se invece vivrà infelice, nascondendo i suoi istinti, temendo di esser violata da mani che non desidera, spinta a far scelte che non vuole. Per necessità, magari.
Ecco, io sarò imperfetta, ma le mie chance le ho avute e le ho sotto gli occhi tutti i giorni. E decido io cosa fare di me. E Melissa ha lo stesso mio diritto di scegliere la perfezione o l'imperfezione.
Ma se non siamo attenti a loro, ai nostri bambini, a Gaza in Palestina come a Trujllo in Perù, il mondo sarà un posto decisamente brutto dove vivere.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Spero solo che anche lei, quando sarà grande la pensi come te (l'unico modo che abbiamo affinché i bambini delle Ande o di Gaza siano sempre meno vittime di ciò che noi non sappiamo fermare)

Niki1601 ha detto...

Sai cosa? Dei bambini non interessa a nessuno, al di là dei singoli di buona volontà, fossero anche una miriade.
I bambini vengono massacrati, violentati, sfruttati, venduti ovunque, e sarebbero il nostro futuro, il futuro di tutti. I bambini non interessano a nessuno perché non hanno voce in capitolo, a Gaza, come in Perù, come Thailandia.
Spetta agli adulti imparare dai propri errori, solo che non lo fanno mai, non certi adulti almeno. Imparano lingue che solo loro stessi possono capire, e allora ogni forma di dialogo si risolve in nulla.

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