Fatacarabina

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martedì 2 dicembre 2008

Sirene spietate

Avessi qualcosa da dirti, te lo direi, credimi. E' che non ho proprio niente da dire. Non è questione che non ho voglia, che son stanca. Non ho manco mal di testa. Se penso a te, e qualche volta mi capita perché ho il terribile difetto di non dimenticare, sento che non ho assolutamente niente da dire. E allora è bene tacere, girar la testa altrove. Pensare a farsi bene e non preoccuparsi più di niente. Non mi fa manco più sorridere il ricordo delle risate di un tempo, il continuo fruscio delle lenzuola, le tue continue parole dette anche quando era meglio che stessimo zitti.
Abbiamo parlato così tanto che oggi, almeno per me, qualsiasi monosillabo uscito dalla mia bocca appare inutile. Perché già detto. E sai quanto odio ripetermi.
E siccome, tutto ricordo, il già detto lo individuo all'istante e lo evito di conseguenza.
Ma tu continui a parlare, invece, alzi pure la voce. Ti sei arrabbiato , al solito. Sei arrivato, mi ha visto ed hai cominciato ad insultarmi. Ok, era la tua macchina. Ok, ti ho riconosciuto. Ti ho visto scendere e cominciar a far il tuo lavoro. E io che pensavo agli affari miei, ho accelerato. Senza pensarci, avevo la testa altrove. Sì, ho cozzato. Volontariamente? No, il termine esatto è istintivamente.
Tu urli, io non ho niente da dire e fatico pure a sentirle quelle parole, così afone. L'unica cosa che ho sentito netta è stato il suono della sirena della tua auto di servizio che superava la mia Punto e poi si piazzava sotto al cavalcavia. Una sirena fastidiosa e così ho accelerato e l'ho fatta smettere. Ho fatto male? No, non credo. Era una sirena spietata.

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