Fatacarabina

Fatacarabina

venerdì 19 ottobre 2007

Segnalazioni: Ad Alta Voce

Roberto Citran leggerà sul vaporetto, Ferdinando Camon alla mensa della Caritas, Mauro Corona al Gobbo di San Giacometto. Sono tre dei 14 appuntamenti che domani, 20 ottobre, daranno vita a Venezia e Mestre "Ad alta voce": la maratona di lettura e solidarietà promossa da Coop Adriatica con la collaborazione del Comune, che porterà decine di poeti, scrittori, attori a leggere in luoghi insoliti della città. "Ad alta voce" sostiene "Ausilio per la cultura", l'attività di prestito a domicilio ad anziani non autosufficienti e disabili, di libri e materiali multimediali dal sistema bibliotecario, da parte di soci volontari di Coop Adriatica.
Alle 10 si comincia con le letture aperte al pubblico alla stazione Santa Lucia. Molti degli appuntamenti si terranno in luoghi non abituati ad ospitare eventi culturali. Tra questi la Mensa della Caritas "La Tana" - dove tra gli altri leggerà Ferdinando Camon -, il supermercato Coop di Via Garibaldi e la casa di riposo "Residenza Contarini" dove gli anziani ospiti, molti dei quali sono utenti di Ausilio per la Cultura, potranno seguire le letture dell'attrice Gabriella Germani e del doppiatore Christian Iansante. Da segnalare inoltre la lettura dedicata ai migranti, ai giardini di Via Piave a Mestre che proprio in occasione di "Ad alta voce" saranno riconsegnati alla città dopo un periodo di lavori di ristrutturazione.
Qui alle 15,30 leggeranno, con l'accompagnamento musicale della Don Ciccio Philarmonic Orchestra e il coordinamento di Maurizio Dianese, gli scrittori di origine straniera Gabriella Ghermandi, Tamara Jadrejcic, Jarmila Ockayova, Reza Rashidi e il direttore del mensile Nigrizia, Padre Franco Moretti. Alle 16 altra lettura chiusa al pubblico, dedicata ai piccoli degenti del Reparto Pediatria dell'Ospedale "Umberto I" di Mestre.
Il pomeriggio proseguirà con le letture a Villa Erizzo alle 16,15, dove ci sarà tra gli altri Pino Roveredo e in Piazza Ferretto con quattro autori tra cui Sandrone Dazieri e Alessandro Perissinotto. Il Gran Finale della giornata, alle 18.00 al Cinema Excelsior di Mestre, vedrà la partecipazione di Roberto Citran, Mauro Corona, Alberto Patrucco, Roberto Pedicini, Pino Roveredo, e della scrittrice migrante di origine slovacca Jarmila Ockayova.
La giornata di sabato 20 a Venezia e Mestre sarà la tappa conclusiva di "Ad alta voce" 2007

Articolo, scooter e smog

Aumentano gli scooter
lo smog s'impenna in città

LA RICERCA
L'indagine di
Federmobilità
Non solo targhe alterne. Anche
a Mestre in questi anni la
politica ha puntano oltre che
sulle limitazioni al traffico sul
traffico limitato e i parcheggi
a pagamento, per tentare di ridurre
il numero delle auto in
città. Perchè solo riducendo il
parco mezzi in circolazione si
può davvero ridurre la morsa
delle polveri sottili che ammorba
l'aria che respiriamo.
Ma questi provvedimenti hanno
davvero un impatto positivo?
Per Mestre non si parla di
bocciatura, ma siamo sicuramente
rimandati.
E preoccupa l'irresistibile
ascesa dei motorini, che è bene
ricordarlo se sono Euro zero
inquinano quanto un'auto
diesel. Dati interessanti emergono
da una indagine della Federmobilità,
che è stata commissionata
anche dal Comune
di Venezia (l'assessore Mingardi
è il vicepresidente del forum
delle amministrazioni
pubbliche sulla mobilità). Partiamo
dai motorini. Mentre il
numero di autovetture dal
Duemila al 2006 è passato da
426,9 ogni mille abitanti a
423,7 con un calo irrisorio dello
0,75%, è boom per le due
ruote. Dai 41,2 ogni mille abitanti
del Duemila, nel 2006 se
ne contano 60,7 con un incremento
del 47,33%. Insomma,
gli scooter velocizzano gli spostamenti
ma contribuiscono
ad aumentare il traffico, che
inquina. Il contrario delle politiche
per la riduzione della
congestione viaria. Nella classifica
sull'impatto delle Ztl,
siamo al 33esimo posto. Abbiamo
1,50 metri quadri di traffico
limitato per abitante contro
i 55, 6 di Isernia, che è prima.
In termini di chilometri
quadrati, significa 0.203 contro
i 13,38 di Bergamo. Siamo
primi per isole pedonali, visto
che abbiamo una vastissima
area solo per i pedoni quale è
il centro storico veneziano,
ma siamo tra gli ultimi 10 Comuni
italiani per l'aumento
negli ultimi 5 anni (siamo fermi
a 4,64 metri quadri per abitante).
Anche per i parcheggi
possiamo migliorare: 58,6 stalli
ogni mille abitanti; 2,50 ogni
100. Aosta è prima della classe,
con 17.4. L'indagine anche
valuta l'impatto delle Ztl sulle
città, ovvero la capacità di ridurre
congestione e inquinamento.
Mestre ha un impatto
molto basso per l'estensione
ridotta delle Ztl e basso per i
costi di accesso (che sono gratuiti).
Positiva la limitazione
24 ore su 24 e la presenza delle
telecamere di controllo elettronico
mentre è basso il peso del
provvedimento per l'alto numero
di autorizzati a circolare.
Per quanto riguarda le regole
di salvaguardia ambientale,
l'impatto è medio. Impatto
medio anche per il regime della
sosta con le strisce blu a pagamento
ma è molto basso il
giudizi per i pochi disincentivi
alla sosta lunga.

giovedì 27 settembre 2007

Un articolo 2/ Granado a Mestre

Ressa al Candiani per Alberto Granado, l’amico del mito rivoluzionario «Vi racconto chi era Che Guevara»
Ai ragazzi: «Lottate per avere un mondo migliore per tutti»
«Per ricordare al meglio il Che dovete fare, perchè bisogna lottare per un mondo migliore e resistere contro le malefatte». Il gitano sedentario ha infiammato Mestre. Alberto Granado, 85 anni, argentino e padre della scuola di medicina di Cuba, in cui si è trasferito dal 1961 per partecipare alla rivoluzione castrista, è stato l’amico fidato di Ernesto Che Guevara. Con lui nel 1951 fu protagonista di un memorabile viaggio in moto nel Sudamerica a bordo della Poderosa, ricordato nel film «I diari della motocicletta». Ospite dell’associazione Italia-Cuba, Granado ieri pomeriggio ha partecipato ad un dibattito al centro culturale Candiani. Per ascoltarlo sono arrivati in tantissimi, soprattutto giovanissimi. Al punto che la sala conferenze del Candiani non è bastata e, tra le proteste di chi era fuori, il direttore Roberto Ellero. Renato Darsiè e Giuliana Grando di Italia-Cuba hanno dovuto organizzare due turni di ingressi per permettere al maggior numero possibile di persone di assistere alla conversazione tra il medico e la giornalista de La Nuova Mitia Chiarin. Alla fine in più di 500 sono riusciti ad ascoltare la sua testimonianza. «Il Che era un medico, una persona intelligente, un poeta sensibile, un guerrigliero eroico, un valoroso senza macchia», ha raccontato Granado cercando di spiegare il Guevara uomo, intercalando racconti del viaggio giovanile a considerazioni sul sistema sanitario e sul futuro dell’isola, sul dopo Fidel Castro. «Senza il popolo non si sarebbe fatta la rivoluzione ed oggi con il passaggio di deleghe da parte di Castro, tutte le generazioni sono rappresentate». Toccante il ricordo dell’uccisione di Guevara in Bolivia, quarant’anni fa: «Mi si è paralizzato il cuore quel giorno, per me il mondo poteva finire lì». E poi l’interesse per le trasformazioni politiche del Sudamerica, per i movimenti anti-globalizzazione nel mondo. E un credo fondamentale: «Il trionfo del socialismo è possibile». Granado ha invitato tutti a sostenere la causa di Cuba: «Dovete lottare ogni giorno perchè il giornalismo giallo sia sconfitto dal giornalismo vero - ha esortato i giovani - perchè l’informazione è un’arma tanto grande in mano al capitalismo». Dopo aver stretto centinaia di mani, Granado, nonostante la stanchezza, si è recato all’Umberto I per salutare e cantare una canzone a Milvia Baratella, la giovane disabile da anni in cura a Cuba.

Un articolo/ Granado

Più di settecento persone hanno accolto il biologo che assieme ad Ernesto Guevara si avventurò nel viaggio reso famoso dal film "I diari della motocicletta"
Granado, il grande amico del Che conquista il Candiani
«Quei giorni non cambiarono la mia vita ma poi la stessa vita mi dimostrò quanto furono importanti per il progresso culturale»
Hanno invaso il Candiani in più di settecento, tutti per sentire parlare l'amico di Che Guevara. L'appuntamento con Alberto Granado nell'aula conferenze del centro culturale era per ieri alle 18, per la conferenza "Cuba e il sogno di Ernesto Che Guevara per l'America Latina" mediata dalla giornalista Mitia Chiarin e organizzata per il quarantennio della morte di Guevara come apripista di una serie di manifestazioni su Cuba. Già alle 17.45 la sala conferenze era stracolma. Così Renato Darsiè del Circolo Italia Cuba, promotore dell'iniziativa, e il direttore del Candiani Roberto Ellero hanno improvvisato un bis, facendo salire dopo le 19 i quattrocento e più che erano rimasti a spingere i cancelli. "Sono felice che ci siano così tanti giovani e non più che vogliono sentire parlare di Che Guevara e di Cuba" ha ringraziato Granado, 85 anni, accanto alla figlia Delia. Le domande sono fioccate una dietro l'altra, in cerca soprattutto di qualche ricordo del Che, a partire dal viaggio che i più oggi ricordano grazie al film "I diari della motocicletta". "Non me la sento di dire che quel viaggio mi ha cambiato proprio la vita ha detto Granado ma poi la vita mi ha mostrato quanto importante fu, perché portò un progresso qualitativo". Fra i vari aneddoti sulla vita del Che, spunta anche il ricordo della sua morte, di cui Granado fu certo solo vedendo una foto del cadavere: "Rimasi paralizzato ha raccontato Granado ma compresi che era il momento di lottare, non di piangere". Oltre ad essere il compagno di viaggio del Che, infatti, Granado "è anche un farmacologo e un biologo ha sottolineato Giuliana Grando di Italia-Cuba - che nel 1961 ha lasciato tutto per andare a riorganizzare la sanità cubana". Proprio quella sanità da cui dipendono le cure di Milva, una ragazzina disabile mestrina che da anni segue un programma di riabilitazione a Cuba e che, come ha ricordato la madre ieri, viene ospitata proprio dalla famiglia di Granado. Tante le domande sull'America Latina e sul socialismo oggi. "Noi abbiamo lottato per un mondo migliore, ora tocca ai giovani ha sottolineato Granado in Argentina è quello che sta succedendo". Perché, secondo il biologo argentino "un mondo nuovo e il trionfo del socialismo sono possibili" e "la rivoluzione vera è quella che porta per strada il socialismo", così come "Cuba continuerà a rimanere un baluardo del socialismo, anche dopo Fidel Castro". E ancora "la rivoluzione verrà portata avanti perché nonostante un leader come Fidel è fatta comunque dal popolo cubano". E fra gli applausi-fiume e gli sguardi commossi, si sono mescolati i sorrisi di approvazione di chi vorrebbe sentire più spesso frasi simili e quelli compiacenti di chi vi legge qualcosa di ormai lontano.Giulia Da Lio

martedì 18 settembre 2007

Jasmine

Leggo dall'Agenzia Ansa: "Era diplomata in lingue Jasmine
Marchesi la ragazza di 21 anni, compiuti a gennaio, di Eraclea
(Venezia) rimasta uccisa la scorsa notte in un incidente
all'interno dell'azienda ''3B spa'' di Salgareda nella
quale da qualche tempo lavorava con contratto a termine.
La giovane, figlia unica, e' stata schiacciata verso le 22 da
una pressa compattatrice di residui plastici del peso di circa
10 quintali che sarebbe stata rovesciata inavvertitamente da un
collega che stava operando con un carrello
elevatore. Per lei non c'e' stato scampo e probabilmente, da
quanto ha raccontato chi era presente, non avrebbe avuto il
tempo di accorgersi di nulla. Sia la ragazza che il suo compagno
di lavoro erano giunti all'azienda di Salgareda attraverso la
stessa agenzia interinale di San Dona' di Piave .
L'uomo, colto da choc per l'accaduto, e' uscito fuori strada
con l'auto mentre rientrava a casa. Soccorso e' stato
trasportato all'ospedale di San Dona' di Piave con una profonda
ferita alla testa. Su di lui la procura di Treviso ha aperto
un'inchiesta con l'ipotesi di omicidio colposo.
In serata parlando con i giornalisti il fidanzato della
ragazza ha raccontato che Jasmine aveva chiesto di smettere il
turno di notte proprio per paura dei carrelli elevatori".

Morire sul posto di lavoro, quel posto magari non da sogno, ma sognato per cominciare una vita di indipendenza. In Italia sono troppe le morti bianche. L'allarme, rilanciato anche dal presidente della Repubblica Napolitano, resta inascoltato.
E stavolta la vittima, così come il giovane che era sul macchinario che l'ha travolta, sono giovanissimi assunti attraverso una agenzia interinale.
La legge 626 spesso resta disattesa, chi si avvicina per la prima volta alla fabbrica spesso neanche sa come può tutelarsi, figuriamoci se conosce a perfezione norme e leggi... E se può tace, temendo di perdere quel posto, che vuol dire un salario certo e la possibilità di realizzare qualche sogno di vita, di famiglia, di realizzazione personale.

Dovremmo fermarci tutti un attimo a riflettere, Jasmine siamo tutti noi. Così come noi siamo anche tutti gli altri morti sul lavoro.
Dovremmo riflettere ed agire, fermarci quando è pericoloso, pretendere la sicurezza anzitutto. Sempre e ovunque.

giovedì 13 settembre 2007

Aiutiamo le donne di Juarez

Dal sito internet www.mujeresdejuarez.org

Ogni settimana a Ciudad Juarez almeno una donna sparisce e di lei non se ne sa più nulla, a meno che i rapitori non decidano di far apparire il suo corpo senza vita e con chiari segni di brutali torture, violenze carnali, asportazioni di parti del corpo e bruciature. E’ un dolore terribile per questa società, possibile che non ci sia niente che riesca a smuovere coloro che possono fare qualcosa per evitare e fermare questo orrore?
La disperazione e la paura delle famiglie che sanno quando le loro figlie escono di casa ma non quando ne’ se ritornano, e i più di 470 omicidi e le circa 600 sparizioni sembrano non rappresentare un motivo valido per far mettere un freno a questi fatti.
Ci addolora vedere che il Governo di Chihuahua concentra i propri sforzi per vincere politicamente, in modo legittimo o illegittimo, i suoi avversari, e che senatori e deputati sono più preoccupati a far carriera che ad aiutare a migliorare le condizioni di vita degli cittadini di Ciudad Juarez. Fino ad oggi questi crimini sono rimasti impuniti, e nessuno si preoccupa di cercare le donne sparite...gli omicidi e le sparizioni continuano senza che sia stato identificato alcun responsabile.
Invitiamo anche il governo affinché prenda una posizione al rispetto e la smetta di fingere che in questa zona di frontiera del Paese non stia succedendo niente di estremamente grave.
Smettiamo di essere complici di questa situazione. Ci rivolgiamo disperatamente a chi abbia una coscienza che li spinga a fare un minimo sforzo per appoggiare questa lotta contro il “femmicidio” che sembra non aver fine. Ognuno di noi, nel suo piccolo, può partecipare.
Mettete voi i limiti, la violenza in questa città sembra non conoscere frontiere. E’ dal 1993 che si registra l’assassinio di giovani e povere donne a Ciudad Juarez... Nel 2001 il terrore si estende a Chihuahua...Dove e quando finirà?

Marisela Ortiz, Nuestras Hijas de Regreso a Casa A.C.

Il G8/Allende

Mi tocca ripetermi. Ho visto la puntata di Blunotte di Lucarelli ( vedi altro recente post) dedicata ai fatti del G8 di Genova, all'uccisione di Carlo Giuliano e alla notte "cilena" alla scuola Diaz. Sono passati sei anni ed ancora non riesco a raccapezzarmi del fallimento del sistema dell'ordine pubblico a Genova, dei tantissimi che hanno riportato ferite gravi pur non avendo avuto nulla a che fare con le scorribande dei black block, che non sono stati neanche sfiorati in quei giorni da un provvedimento di arresto o fermo. E i racconti di chi parla di violenze gratuite, inni nazisti e giovani costretti a levare il braccio per un saluto romano, onestamente, mi fanno rabbrividire.
E mi chiedo: questa è democrazia.

Salto, mica tanto, ad un altro argomento. 11 settembre, il giorno del ricordo della tragedia delle torri gemelle. Un pensiero va ovviamente a tutte le vittime, innocenti del terrorismo.
Ma per me l'undici settembre è anche quel giorno del 1972 in cui Salvador Allende perse la vita nell'assalto alla Moneda, il palazzo del governo di Santiago del Cile da parte degli uomini di Pinochet. Moriva il sogno di una democrazia socialista, venivano cancellate vite umane per permettere la nascita di una delle più atroci dittature del Sudamerica.

Meditate...........

venerdì 7 settembre 2007

Mafia

Con una lettera al direttore dell'ANSA, il Consigliere del Presidente della Repubblica per la stampa e l'informazione, Pasquale Cascella, riferisce che il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, è stato "colpito" dalle parole del cronista dell'ANSA Lirio Abbate "che ha scelto di non cedere alle minacce e alle intimidazioni della mafia" e gli esprime "i suoi sentimenti di solidarietà e di augurio".

Se volete esprimere solidarietà al collega scrivete pure ad ansa punto palermo at ansanet punto it ( segnalato da Cips, vedi link)

mercoledì 5 settembre 2007

L'armadio della vergogna

Grazie a Rai Sat Extra, ieri notte _ gli orari sono sempre tardi per queste cose _ sono riuscita a vedere la puntata di Blu Notte di Lucarelli sull'armadio della vergogna, un capitolo della nostra storia di cui non possiamo affatto andare fieri.
Tutte le documentazioni sui peggiori eccidi compiuti da fascisti ed Ss sono finiti per 60 anni sepolti dentro ad un armadio tarlato, con le porte rivolte al muro, in un sottoscala della Procura Militare. E in nome della ragion di Stato, in tutti questi anni, gli assassini di Marzabotto o di Sant'Anna di Stazzema hanno potuto invecchiare in pace.
In alcuni casi i processi ci sono stati negli ultimi anni ( vedi le due stragi sopra citate), per altri il nulla. Che mi resta della visione della bella trasmissione di Lucarelli? La fortissima sensazione di vergogna di vivere in un paese che si professa democratico ma che nella pratica ma spesso ha preferito tacere, nascondere, occultare la verità.

lunedì 3 settembre 2007

articoli: solidarietà

articolo del 5 agosto 2007 - se interessato vai al link

«Quando ho incontrato i bambini di Karaitivu ho chiesto a loro cosa gli serviva. E loro mi hanno risposto: ridateci la scuola. Così quando sono rientrato a Mestre dopo la missione in Sri Lanka, ho utilizzato il compenso per realizzare il progetto di una nuova scuola che ho poi regalato alla Protezione Civile ed alle autorità locali». Da ieri ( 5/8/2007) il nome dell’architetto mestrino Giovanni Leone è legato alla nuova scuola di Karaitivu, in Sri Lanka, che, dopo due anni di cantieri, ha aperto i battenti a 1200 ragazzi. Sopravvissuti il 26 dicembre 2004 allo Tsunami che ha devastato tutto il Sud-Est asiatico, lasciandosi dietro distruzione e morte. Ieri nel villaggio è stata festa grande per l’inaugurazione della scuola progettata da Leone, ultimo atto della grande opera di ricostruzione finanziata dal governo italiano ed attuata dalla Protezione Civile. «Con gli aiuti arrivati dall’Italia è stata ricostruita la caserma dei pompieri, realizzato un ospedale e ristrutturato un secondo presidio sanitario. Non è stato facile lavorare, in quel paese c’è la guerra: 1800 le vittime calcolate dall’inizio di quest’anno». Leone, seppur invitato all’inaugurazione, è rimasto a Mestre. «Con i duemila euro del biglietto aereo, si costruisce una casa in Sri Lanka», si scusa. Ma è nel suo stile. Per Leone per ricostruire occorre puntare sulla qualità degli interventi, evitando speculazioni, assumendo maestranze locali per i cantieri e utilizzando al massimo le risorse disponibili. Leone a Mestre è noto come il responsabile dei restauri del teatro Toniolo. Ma dal dicembre 2004, un pezzo del suo cuore si è spostato nel sud dell’India. Ha fondato una Onlus, la «Spazio Sud», per portare aiuti concreti e si è messo a ricostruire villaggi distrutti dallo Tsunami. Poi la chiamata in Sri Lanka, come consulente della Protezione civile per le opere di ricostruzione. A candidarlo è stato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Come esperto, ho aiutato ad impostare i progetti. E poi ho dato il mio personale contributo, regalando il progetto della scuola, che era andata completamente distrutta». Per realizzare il progetto Leone ha studiato la cultura e l’architettura locale, puntando su soluzioni semplici ma innovative. «Ho studiato le caratteristiche costruttive del paese, l’ambiente, la cultura. In Sri Lanka c’è un tasso di scolarizzazione altissimo e la scuola è anche il centro di vita dei villaggi, ospita anche la casa delle assemblee. E’ insomma un magnete sociale, e allora io ho puntato su questo, oltre che alla semplicità, per il mio progetto che è un contributo alla ricostruzione e la nostra offerta di pace alla comunità». La scuola ricostruita guarda verso il tempio Indù, con il nuovo corpo di fabbrica si è arrivati a 40 aule. Ci sono vasche per la raccolta dell’acqua, ampie fasce boscate che difendono dal mare, piastre elevate di collegamento tra i vari edifici e rampe per i disabili. Alberi e posizione degli alloggi consentono una perfetta ventilazione, senza ricorrere ai condizionatori, e gli edifici comuni (palestra, mensa, uffici) serviranno anche alle altre attività sociali del villaggio.



Un architetto mite e simpatico, che si definisce un «cittadino del mondo ma siciliano di Venezia e Mestre». L’architetto Giovanni Leone vive a Mestre dal 1985. La Sicilia gli ha dato i natali e l’ Oriente lo ha stregato. Il suo nome a Mestre è legato a filo doppio ai lavori di restauro del teatro Toniolo, a cui lavora dal 2001. Dal 26 dicembre 2004 la ricostruzione dei villaggi colpiti dallo Tsunami è diventata il suo secondo lavoro. Leone ha creato l’associazione «Spazio Sud» ed ha cominciato ad investire una parte dei propri guadagni nelle opere di ricostruzione. Nel marzo scorso ha abbracciato in Galleria Matteotti il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita in città. «In occasione dello Tsunami gli ho scritto cercando aiuto per la mia associazione. Nessuno mi badava ma lui che allora era tra i «saggi» dell’ emergenza, lesse la mia lettera e mi segnalò alla Protezione civile». Dopo è storia attuale. Leone è diventato consulente in Sri Lanka per le iniziative umanitarie. E molto è deciso a fare ancora, per ricostruire - spiega - i villaggi delle isole Andamane. «Volete aiutarmi davvero - ci dice - allora segnalate il codice fiscale della mia associazione per il 5 per mille». Detto, fatto. il numero è il 90115670276.

articoli:ambiente-2

Incentivi per rottamare il vecchio motorino
a 50cc ed acquistare mezzi a due ruote
a basso livello di emissioni. In città l'opportunità
offerta da giugno da un provvedimento
del Ministero dell'Ambiente che
ha messo a disposizione per questa campagna
di ecoincentivi ben 15 milioni di euro
non è ancora conosciuta alla maggioranza
dei cittadini. Colpa anche della scarsa informazione
data ad esempio dagli enti locali
che sono chiamati, anche se non direttamente,
a promuovere e sostenere queste
iniziative a favore dell'ambiente e dell'aria
che respiriamo in città. Perchè anche i
vecchi motorini (come i vecchi autobus e
qualsiasi mezzo con troppi anni sulle spalle)
contribuiscono ad inquinare, quanto le
automobili.
Il Comune di Venezia si è limitato
a segnalare l'opportunità
nel sito internet della Direzione
ambiente. La Provincia
ha invece inserito la notizia
nel sito del Mobility manager.
Da pochi giorni anche
l'associazione dei demolitori
di autoveicoli, coinvolti direttamente
nell'iniziativa, ha
pensato bene di rilanciare
l'opportunità fornendo ai cittadini
interessati anche l'elenco
dei centri di demolizione
che partecipano all'iniziativa.
Ma vediamo anzitutto come
funziona.
Per la prima volta tutti i
possessori di ciclomotori Euro
zero (50 cc) o comunque costruiti
prima del 2001 possono
ottenere sconti per demolire
il vecchi motorino e acquistare
bici o ciclomotori più rispettosi
dell'ambiente.
E' prevista anche la copertura
totale delle spese di demolizione
anche senza acquistare
un mezzo nuovo. A fronte
della demolizione del vecchio
e inquinante {cinquantino}
si possono ottenere incentivi
economici per acquistare
una bicicletta (30 per cento
del prezzo di listino, fino ad
un massimo di 250 euro), un
motociclo o quadriciclo a trazione
elettrica (il 30% del
prezzo fino a un massimo di
mille euro); un ciclomotore
elettrico o una bicicletta a pedalata
assistita che tanto successo
hanno avuto a Mestre
proprio grazie alle campagne
di incentivo all'acquisto organizzate
da Regione e amministrazione
comunale (30 per
cento del prezzo fino a 700 euro);
o ancora un ciclomotore
Euro 2.
Per il due tempi l'incentivo
è di massimo 150 euro (l'8 per
cento del listino), per il quattro
tempi si arriva a 300 euro
(il 15 per cento del prezzo di listino).
Per la demolizione è necessario
presentare la fotocopia
della tassa di circolazione in
corso di validità o dell'anno
precedente. Solo nel caso di
rottamazione non legata ad
un nuovo acquisto ci si deve
rivolgere direttamente al demolitore
(quattro in provincia
di Venezia: a Camponogara,
Mestre, Mirano e Marghera,
per i dettagli visionare il
sito internet www.ada-net.it).
Chi invece vincola la demolizione
del vecchio {cinquantino}
ad un acquisto, si deve rivolgere
al concessionario
chiedendo l'attivazione dell'eco-incentivo.
Informazioni sono a disposizione
dell'utenza anche sul sito
dell'Ancma, Associazione
nazionale ciclo motocicli e accessori,
all'indirizzo www.ancma.it.
Al ritorno dalle ferie
potrebbe essere una buona occasione
di cui approfittare
per dotarsi di un mezzo ecologico
o, comunque, meno inquinante.

articoli:ambiente

Il Comune di Venezia lancia, tra i primi in Italia, il progetto
del {buono} per la mobilità sostenibile. Dopo i voucher
per la pausa pranzo, arrivano dalla primavera del
2008 i ticket pagati dalle aziende che permetteranno ai dipendenti
di acquistare, ad esempio, un abbonamento per
gli autobus Actv o una bicicletta elettrica o il carburante
{pulito} per l'auto. Lasciando a casa l'automobile che inquina.
{E' una piccola rivoluzione che interesserà tutti i
lavoratori}, dice l'assessore Mingardi.
Il {buono} per la mobilità sostenibile
è un vecchio progetto
rimasto nel cuore di Enrico
Mingardi fin da quando era
presidente dell'Asstra, l'associazione
delle aziende di trasporto.
Oggi che è assessore alla
Mobilità a Venezia, Mingardi
ha deciso di realizzarlo, forte
del sostegno di Marcello Panettoni,
presidente di Actv. Immaginatevi
un pezzo di carta o
una piccola scheda magnetica,
con un valore che può andare
da 1 a 258 euro. Il principio è lo
stesso dei voucher che oggi migliaia
di aziende forniscono ai
dipendenti per la pausa pranzo.
Ma stavolta il {buono} non
si usa per mangiare ma per ottenere
servizi legati alla mobilità.
Si potrà usare per pagare
l'abbonamento dell'Actv, finanziare
la trasformazione dell'auto
da benzina a Gpl o l'acquisto
di biciclette tradizionali, di
quelle elettriche - a pedalata assistita,
scooter e macchine elettriche,
per pagare il carburante
{pulito} ovvero il pieno di
Gpl o metano, pagare il parcheggio
(sempre se si utilizzano
vetture elettriche o a gas),
abbonarsi al car sharing, pagare
i controlli del bollino blu. La
Direzione Mobilità ha pubblicato
martedì un avviso per cercare
aziende del settore che si accollino
la gestione del progetto:
dovranno stampare i buoni,
con tanto di logo dell'amministrazione
comunale, stilare un
elenco di partner convenzionati,
ovvero soggetti con cui creare
accordi per garantire l'utilizzo
dei ticket (dalle aziende di
trasporto ai distributori di benzina,
dai rivenditori di auto,
scooter e biciclette all'Asm,
per fare qualche esempio) e
poi andare a proporre la novità
alle aziende del territorio
veneziano, in primis quelle
che si sono già dotate del Mobility
manager aziendale. Tra le
prime interessate, sulla carta,
ci sono le Aeronavali, la Fincantieri,
la Cassa di Risparmio
di Venezia. {Ma tutta la base lavorativa
è interessata _ spiega
l'assessore Mingardi _ perchè
l'introduzione del buono
per la mobilità mira a sostenere
l'utilizzo di mezzi alternativi
all'auto privata, rientra nella
contrattazione di secondo livello
tra lavoratori ed azienda
ed è fiscalmente esente, grazie
alle disposizioni della Finanziaria}.
Il bando scade a metà settembre
e la diffusione del buono
potrebbe partire dalla primavera
del 2008. {Conto di organizzare
degli incontri con le
categorie di industria, artigianato
e commercio, le categorie
firmatarie dei grandi accordi
nazionali per proporre questo
progetto che è utile sia ai lavoratori
ma anche alle loro famiglie.
Poi faremo anche un ragionamento
con i dipendenti
comunali}. La convenienza fiscale
del {buono} mobilità lo
rende particolarmente attraente:
inserito nelle contrattazioni
sugli integrativi, il voucher
che può arrivare ad un importo
massimo di 258 euro non incide
sul reddito del dipendente
ed è interamente detraibile dalle
aziende. Il Comune di Venezia
ha deciso di contribuire all'introduzione
del buono, con
uno stanziamento di 26 mila euro
che sarà usato per cofinanziare
gli interventi delle aziende
che vorranno applicarlo per
i loro dipendenti. Il progetto,
tra i primi in Italia, potrebbe ottenere
contributi anche dal Ministero
dell'Ambiente.

domenica 2 settembre 2007

Yovo a Turisti per Caso

Segnalazione per gli amici appassionati di solidarietà concreta.

La solidarietà con il terzo mondo passa anche attraverso il divertimento. Ed ora finisce anche protagonista di una delle puntate della nota e seguita trasmissione «Turisti per caso» di Raitre. Feste, grigliate e party, sottoscrizioni in occasione di matrimoni, funerali e battesimi è il meccanismo studiato dall’associazione di Mestre «Yovo» per finanziare interventi diretti di sostegno alle popolazioni del Togo. Grazie alle tante iniziative si raccolgono fondi per portare direttamente aiuti sanitari, biciclette e pozzi per l’acqua. L’associazione Yovo nata nel 2003 dall’impegno di Stefano Nerozzi di Carpenedo e Luca Polo di Altobello, e che ha raccolto attorno a sè tantissimi giovani soci ma anche sostenitori di tutte le età, sarà protagonista domani 3 settembre alle 21 dell’ultima puntata della serie di «Evoluti per caso» con Syusy Bladi e Patrizio Roversi sulle tracce dei viaggi di Darwin. La puntata sul Togo doveva chiudere la scorsa stagione di «Turisti per caso» ma era stata cancellata dal palinsesto Rai. Viene ora riproposta in coda al programma con il titolo «La nostra Africa». Syusy Bladi in Togo ha incontrato ed intervistato Stefano Nerozzi dell’associazione Yovo ed ha visto da vicino il lavoro dei volontari mestrini. E’ l’occasione per conoscere da vicino un progetto di solidarietà che è nato nella nostra città.

www.yovo.it

articoli:acqua

Dalle prove di degustazione alle campagne pro «bicchiere del sindaco». Anche a Venezia c’è chi è convinto che il mondo sarà migliore se beviamo l’acqua di casa. E gli estimatori crescono anche se il 60 % degli italiani preferisce la bottiglia. Siamo i primi consumatori al mondo, 190 litri l’anno a testa. Il nostro acquedotto. «L’acqua del nostro acquedotto è al 90% di falda, estratta da 44 pozzi a 300 metri di profondità in 5 campi nella zona di confine tra Padova, Treviso e Venezia. Non siamo gli unici ad attingere da quella falda, è la stessa della San Benedetto - spiega Alessandro Gaburro, responsabile dell’area impianti acquedotto di Vesta - La qualità dell’acqua è buona e meno costosa. E’ regolata dal decreto 31 del 2001. I nostri impianti sono controllati sistematicamente dall’Asl. Svolgiamo 36.350 analisi l’anno per l’impianto di Ca’ Solaro che convoglia l’acqua del Sile; sulle acque di falda siamo a 5748 analisi in un anno». L’acquedotto di Vesta eroga dai 60 ai 62 milioni di metri cubi (2 metri cubi al secondo) e ne fattura circa 45 milioni. Facciamo una prova. Nella tabella abbiamo confrontato le analisi dichiarate da Vesta e le etichette di cinque note marche, tra cui la San Benedetto. Tra l’acqua potabile di Mestre Centro e la nota azienda, leader in Europa, non c’è una differenza evidente per noi che non siamo chimici. Alti i livelli di cloruri e solfati nell’acqua pubblica che ha più calcio di quella in bottiglia. Fatte salve le acque con fini terapeutici e i gusti personali, grandi differenze non ci sono. E una inchiesta di Altroconsumo conferma: «Bere dalla bottiglia o dal rubinetto fa una notevole differenza solo per il portafoglio». Il portafoglio. «Un litro di minerale o oligominerale costa mediamente 500 volte di più di quella erogata da Vesta», si legge sul sito dell’azienda. Altra prova. Una bottiglia da mezzo litro acquistata al distributore in ufficio costa 35 centesimi. La tariffa base della potabile a Mestre è di 0,34 centesimi per metro cubo, ovvero mille litri. Convertiti al rubinetto. Tra i convertiti alla potabile c’è l’assessore comunale all’Ambiente Pierantonio Belcaro. «Sì, ora bevo solo quella del rubinetto. E’ buona e si risparmia. Ma non condanno - spiega - chi sceglie la bottiglia. E’ questione di stili di vita. Il Comune di Venezia al centro Altraeconomia all’ex Plip di Carpenedo ha installato un distributore di acqua dell’acquedotto». Decisamente più rigoroso l’ambientalista mestrino Michele Boato. «La mia famiglia consuma solo l’acqua di rubinetto, noi per dissetarci spendiamo al massimo due euro l’anno. Al supermercato ho discusso con persone che bevono solo acqua in bottiglia. La scelgono senza motivo, a parte quelli che amano la gassata. Invece si risparmia e si tutela l’ambiente: la minerale viaggia sui tir, è contenuta in contenitori di plastica. Solo nei ristoranti è rimasto il vetro a rendere». La campagna. Il sito della Direzione Ambiente del Comune di Venezia segnala la campagna «Imbrocchiamola» che promuove bar e ristoranti che servono l’acqua «del sindaco», potabile e gratuita. Da Venezia solo quattro segnalazioni. Si chiede così di porre freno alla massiccia pubblicità delle aziende (379 milioni di euro l’anno), a scapito degli acquedotti. L’acqua potabile, dicono i promotori, va equiparata al latte materno che è «bene primario».

venerdì 31 agosto 2007

Sfoghi mestrepolitani

"Sei di Venezia o abiti nei dintorni?". E' questa la classica domanda che un veneziano si sente porre, specie quando e' all'estero. E quei dintorni obbligano irrimediabilmente ad una sola risposta. "Sono di Mestre".
Mestre, appunto. Che non e' periferia di Venezia ma entità che cresce e si sviluppa, rimanendo nella sua indole sempre una frazione.
Che non fa il salto di qualità. Della serie, come si dice in veneziano "voria ma no poso".
Invece, io sono convinta _ come tanti della mia generazione _ che Mestre il salto lo abbia già fatto e che abbia bisogno ora di progetti, idee, spinte, pulsioni per diventare davvero città. All'ombra di un gioiello come Venezia, ma proiettata in avanti per ottenere una propria autonomia, non amministrativa che non serve, ma di identità, di scelte e di obiettivi.
Che città vogliamo? Io vorrei meno tangenziale e traffico e più cultura e progetti innovativi. Più biciclette e tanta, tanta integrazione con gli stranieri che sono venuti ad abitare qui.
Vorrei che questo blog servisse anche a questo, a confrontarsi su questa terraferma che non è hinterland ma è già oltre, che ingloba frazioni e Comuni vicini. In cui i giovani hanno una importanza notevole, ma dove la discussione pare essersi arenata.
Se ci siete, basta bussare...

George

George, quante contraddizioni. Il suo splendido sorriso sulla passerella della mostra del Cinema di Venezia cerca di far dimenticare la brutta figura rimediata da Clooney. Che presenta a Venezia un film ( bello non so, lo andrò a vedere) contro lo strapotere delle multinazionali, e poi non sa replicate al giornalista che gli fa notare, in conferenza stampa, che lui, si tu George, fai pubblicità ad un marchio della Nestlè. Ovvero al non plus ultra della multinazionale.
Che gaffe!
Spero che dall'incoerenza nasca una reazione e non rimanga ai posteri solo la bella faccia di George che non sa che dire. Almeno, ad un certo punto, ha scelto di tacere.
Che vi assicuro a volte, è la scelta migliore.
Gaffe, ma con stile, quindi!.

lunedì 23 luglio 2007

Il coraggio

(ANSA) - Assegnare ai familiari di Dragon
Cigan, e al marocchino H.R., che lo ha aiutato, la medaglia
d'oro al merito civile ''per l'eroico e coraggioso gesto di
altruismo e ammirevole esempio di spirito di sacrificio''.
La richiesta al presidente del consiglio ,dopo la morte del
muratore bosniaco che ha salvato due fratellini in difficolta'
nelle acque di Cortellazzo di Jesolo, viene avanzata da
Legambiente, ricordando che Dragan e H. R. non appena hanno
visto i bimbi in difficolta', ''senza conoscersi, senza parlare
la stessa lingua, non hanno perso un momento''.
''E' bastato uno sguardo d'intesa - viene sottolineato - e si
sono buttati in acqua. In quel momento la spiaggia era affollata
di bagnanti, ma solo loro si sono tuffati nel disperato
tentativo di trarre in salvo i bimbi''.


Sono perfettamente d'accordo con Legambiente.
Il valore di chi mette a repentaglio la propria vita per salvare chiunque e non fa come tanti, cioè volta la faccia da un'altra parte, va ricordato e portato ad esempio. Anche se è uno straniero, un extracomunitario, un diverso, dicono certi dalle mie parti.
Anche se quei genitori che hanno visto salvi i loro figli, avrebbero dovuto esser i primi a chiedere una medaglia per questo grande piccolo eroe.

Ma se loro non l'hanno fatto..........possiamo farlo noi.

Un saluto ufficiale

Ciao a tutti,
ho appena lasciato Splinder, per altri lidi. Questi. Il mio vecchio sito hotelushuaia torna a nuova vita dopo mesi in cui non mi divertivo più a scrivere.
Adesso si ricomincia..
Creative Commons License
hotelushuaia is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 3.0 Unported License.
Based on a work at www.hotelushuaia.blogspot.com. Questo blog non è una testata giornalistica ma uno spazio di libera espressione del pensiero personale